Le sette donne di Jamie Spellman di Rose Wilding

La scrittrice inglese Rose Wilding è alla sua prima prova narrativa, e premette al testo questa dichiarazione:

“Ho scritto questo libro perché sottopelle, dietro al sorriso cortese, sono sempre, assolutamente furiosa.”

Questo si capisce anche dal titolo originale del romanzo, Speak of the devil, che la traduzione italiana di Irene Gandolfi rende Le sette donne di Jamie Spellman (Marsilio, 2024), che sono le protagoniste di questa storia molto violenta che parte dalla stanza di un albergo a Newcastle, dove si incontrano clandestinamente Kaysha, Sadia, Olive, Maureen, Ana, Sarah, Josie: tutte loro, diverse per età e condizione, hanno avuto rapporti difficili, tempestosi, drammatici con l’uomo al centro della trama romanzesca: Jamie Spellman, un uomo bello, biondo, fascinoso, perverso.

Nelle prime cinque pagine del romanzo incontriamo le donne, riunite in cerchio intorno a una sorta di tavolo-altare, dove si trova la testa mozzata di Jamie, ma non il resto del suo corpo; è il 31 dicembre 1999, manca poco a mezzanotte.
Le sette si conoscono bene, Sadie è la moglie, Josie, giovanissima, aspetta un figlio da lui, ad Ana è stata rovinata la carriera di ricercatrice da lui, Kaysha è stata violentata da giovane; Maureen è la zia che lo ha abbandonato quando aveva sedici anni; Olive ha perso una figlia giovanissima in uno strano incidente in cui Jamie era certamente coinvolto. Insomma, tutte avevano un odio per quest’uomo che aveva rovinato le loro vite, e di cui tutte a diverso modo erano state legate.

Una poliziotta, Nova Stokoe, è incaricata dell’indagine per fare luce sull’intricata storia, alla ricerca del corpo di Jamie e della persona che l’ha ucciso con un’accetta, decapitandolo. La squallida periferia di Newcastle vede le sette donne muoversi negli anni che vanno dal 1985 fino al gennaio del 2000, anni nei quali viene fatta la ricostruzione dei movimenti, delle relazioni che hanno coinvolto questo gruppo di donne, piene di segreti, di infelicità, di angoscia di morte.
Ana è una brasiliana clandestina; Sadie una donna bellissima con una grave menomazione, non ha l’apparato riproduttivo ma comunque Jamie l’ha sposata; Maureen ha nascosto al marito la sua parentela con Jamie; Kaysha,che ha rischiato la morte dopo lo stupro, nutre un odio viscerale per il suo carnefice, ma è una giornalista ed è colei che sembra gestire questo gruppo di vendicatrici; inoltre ha un rapporto intimo con Nova, la poliziotta. Le due vivono in modo ambiguo la loro relazione fisica e passionale: l’una cerca di approfittare della intimità per estorcere segreti dell’indagine e del reale coinvolgimento del gruppo nella terribile vicenda all’altra.
La trama indaga sul passato di donne infelici, marchiate da un incontro devastante, oppresse da segreti che, se svelati, ne distruggerebbero la difficile esistenza.

Rose Wilding analizza un mondo di grande squallore morale, di devastante infelicità, di oltraggi sul corpo delle donne, che si concludono con una vendetta orribile. Punire l’uomo crudele, rifugiarsi nella maternità a qualunque costo, vivere rapporti lesbici con intensa passione, conservare relazioni ricostruite con pazienza e fatica, questo sembra al centro di storie multiple piene di dolore e solitudine.
Le farfalle sulla copertina del libro, sette, trafitte da una spilla appuntita, raccontano in modo sintetico questa storia atroce.