Le signore della scrittura
- Autore: Sandra Petrignani
- Categoria: Saggistica
Le signore della scrittura è un libro quasi introvabile, prezioso nei suoi contenuti, nel quale sono raccolte le interviste fatte da Sandra Petrignani, tra l’estate e l’autunno del 1983, a dieci grandi scrittrici italiane, a quel tempo ultrasettantenni: Lalla Romano, Paola Masino, Alba de Céspedes, Maria Bellonci, Laudomia Bonanni, Annamaria Ortese, Fausta Cialente, Livia De Stefani, Anna Banti e un’intervista immaginaria a Elsa Morante, al tempo gravemente ammalata.
Molti anni sono trascorsi dalla pubblicazione che aveva l’intento, come ebbe a dichiarare la nostra autrice, di raccogliere la testimonianza delle più famose scrittrici formatesi in un periodo lontano dalle nostre tecnologie e sopravvissute ad un mondo completamente scomparso, insieme agli orrori subiti.
Scrittrici appena citate nelle note a piè pagine, il cui silenzio era una scelta o era dovuto all’ostilità nel mondo letterario?
Da questa iniziale domanda nacque l’idea del libro intervista. La scrittura femminile non aveva il peso che ha oggi nell’editoria italiana; allora la presenza consistente in libreria era dei soli autori. La cultura italiana dei primi anni sessanta non è stata poi così rivoluzionaria nonostante l’entusiasmo per le opere scritte dalle nostre talentuose scrittrici. Basta ricordare gli innumerevoli tentativi di Alberto Moravia di far pubblicare i libri dell’amatissima moglie Elsa Morante! La Petrignani, autrice sensibile e profonda conoscitrice della storia letteraria femminile, ci ha consegnato un’opera unica e senza eguali, con le riflessioni ed i pensieri di indimenticabili protagoniste, memorabili signore timide e schive della nostra cultura.
Dieci scrittrici dalla lunga vita alle spalle, vita che si estende per quasi un intero secolo… Le parole delle scrittrici qui intervistate chiedono, in molti casi, un’attenzione non superficiale… qui parlano di se stesse, ma anche di una condizione generale, anche della società in cui viviamo… Non hanno tutte la stessa lunghezza queste interviste. Rispettano la diversa personalità con la differente voglia di parlare… riflettono, anche, ogni volta, il sapore di un incontro fra due persone che non si sconoscono e che, quasi sempre, hanno amato conoscersi.
L’autrice le intervista nelle loro dimore, tra i loro libri e appunti, case mai violate da occhi indiscreti e testimoni di una vita dedicata interamente alla letteratura. Vite avventurose come quella di Alba de Céspedes, o borghesi come quella della bellissima Livia De Stefani; di provincia la vita di Laudomia Bonanni, volutamente appartata quella di Anna Maria Ortese, o vissuta in maniera brillante e mondana come quella di Maria Bellonci, ma tutte con un’innata dedizione alla scrittura. Lalla Romano, definita dalla critica scrittore della memoria, lavorava in sala da pranzo perché il suo studio era disordinato e sommerso di libri e carte.
Alle pareti vi erano i suoi quadri; era pittrice prima di diventare una scrittrice, allieva di Casorati e amica di Ardengo Soffici. Dopo la guerra, rivela nell’intervista, la vita aveva richiesto sacrifici e non potendo fare tutto, la pittrice, la moglie, la madre, aveva optato, senza rimpianti, solo per alcuni dei tanti ruoli. Apprezzava la sua vita monotona, e nello scorrere delle sue giornate abitudinarie le piaceva l’improvviso irrompere delle sorprese.
Alba de Céspedes, la pasionaria, amava scrivere di notte, dormire la mattina e dedicarsi agli impegni di lavoro nel pomeriggio. Confessa all’intervistatrice che il grande segreto della vita è eliminare le cose inutili, avere la forza di dire no. Una delle più belle interviste rimane quella ad Anna Maria Ortese, avuta mediante corrispondenze e una serie di conversazioni al telefono nel rispetto della sua scelta di rimanere appartata. Si riteneva una persona scomoda e per questo di scarsa fortuna. Le sue parole e le sue riflessioni sulla violenza, sulla guerra, sull’inganno e la corruzione hanno un’attualità che lascia meravigliato e stupito il lettore.
A me sembra vada diffondendosi il concetto di libertà come furto del respiro altrui; libertà come sopraffazione. Mi riferisco alla violenza, che ne è l’emblema. Ma subito dietro la violenza vi è una sopraffazione più grande, così estesa da far impallidire. Vi è il diritto di mentire, di presentarsi come altri; vi è un diritto universale di mercanteggiare e corrompere ciò che dovrebbe essere intoccabile… mancano memoria e pietà. La gente non ha nozione del tempo, non sa nulla del suo svanire… vive… ma questo vivere senza più storia, o memoria, né coscienza di colpa, che non sia la stretta colpa religiosa o politica, non consente mai di crescere. Credo che riforme e rivoluzioni inizino di dentro, e abbiano una sola strada da percorrere. Tutte le riforme e le rivoluzioni che non abbiamo come oggetto il rinnovamento, la rinascita della vita morale sono fallite in partenza.
Le signore della scrittura è un’opera di straordinaria originalità ed attualità, che testimonia non solo le qualità letterarie di alcune delle nostre più grandi scrittrici del Novecento, ma soprattutto la loro inviolabile etica sui grandi temi che hanno caratterizzato la nostra storia più recente.
Le signore della scrittura. Nuova ediz.
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