Le sorelle Bunner
- Autore: Edith Wharton
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2021
Elliot Edizioni nella collana “Raggi” pubblica una nuova edizione della novella Le sorelle Bunner (titolo originale Bunner Sisters, traduzione di Chiara Fioravanti), di Edith Wharton (New York, 24 gennaio 1862 - Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937), scritto nel 1892 ma pubblicato per la prima volta dalla grande scrittrice americana solo nel 1916.
Nella vecchia New York c’era
“un negozio discreto, con la sua unica vetrina, ben noto e apprezzato dalla popolazione femminile del quartiere confinante con Stuyvesant Square”.
Era un esercizio molto piccolo, ubicato in un seminterrato malridotto, su una strada laterale già votata al declino e stando all’assortimento in mostra dietro la vetrina, oltre alla concisa insegna che la sormontava: SORELLE BUNNER in oro maculato su sfondo nero, sarebbe stato difficile per un profano indovinare con precisione il genere di attività che si svolgeva al suo interno. La fama di cui godeva il negozio era prettamente locale, al punto che la sua esistenza dipendeva da una clientela informata con esattezza della varietà di articoli reperibili dalle sorelle Bunner. Queste ultime erano orgogliose della pulizia del loro negozio e soddisfatte della sua umile ricchezza. Una sera di gennaio, nel retrobottega che fungeva da camera da letto, cucina e salottino per lei e la sorella minore Evelina, Ann Eliza aveva mostrato a Evelina il regalo donatole per il suo compleanno:
“Un orologio rotondo in nichel, del tipo che si compra per un dollaro e settantacinque”.
Questo simbolo dello scorrere del tempo era stato acquistato dall’orologiaio, il tedesco Herman Ramy, proprio di là della piazza, nel negozio più strano del mondo. Uscire e comperare l’orologio, quindi lasciare la quiete familiare e monastica del piccolo negozio per il tumulto delle strade, aveva eccitato Ann Eliza nell’osservare le continue correnti di umanità che le si facevano incontro. Dopo un paio di occhiate nelle grandi vetrine la donna si era lasciata ricadere nel rifugio di una strada laterale. Come era prevedibile, l’arrivo del signor Ramy nella tranquilla e noiosa vita delle sorelle Bunner avrebbe scompaginato il loro già troppo prevedibile tran tran.
“Persino adesso non sapeva perché avesse voluto così tanto rivedere l’orologiaio”.
In poche, sapienti pagine, l’autrice statunitense tratteggia la storia di Ann Eliza che vede scivolare via dalle dita come granelli di sabbia tutto quanto possiede e ama, ogni oggetto o legame sentimentale, come conseguenza di un comportamento più che generoso. Ciò che avrebbe potuto essere e non è stato rende agli occhi di Ann Eliza ogni piccolo avvenimento quotidiano, che prima era bastato a occupare il tempo, ora di una assoluta insignificanza. In questa novella realista, dove la miseria, anche se dignitosa, è vista come sinistra, il sacrificio inutile, la ribellione una frustrazione e lo stoicismo una prigione, è presente quella tipica nota di ineluttabilità, che permea tutta la produzione letteraria di Wharton. Sia nei racconti sia nei romanzi della scrittrice americana non c’è mai una nota di speranza, alla fine le cose non vanno mai al loro posto. Descrivere la grigia esistenza delle sorelle Bunner è anche un modo sottile, e siamo alla fine dell’Ottocento, per porre sotto l’attenzione la condizione femminile, la realizzazione di sé e criticare quel pregiudizio che considera il matrimonio condizione necessaria per la realizzazione di una donna. Temi attualissimi, alla fine del XIX secolo e nel terzo millennio.
“Intollerabilmente monotona sembrava ora la routine del negozio, lunghe e incolori parevano le serate intorno alla lampada, vuoti i soliti scambi di parole con il noioso accompagnamento della macchina da cucire e dell’orlatrice”.
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