Le storie del Bibliobus di Tundrum - la saga
- Autore: Ian Sansom
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2009
"Le storie del Bibliobus di Tundrum" di Ian Sansom è una saga composta da tre romanzi: “Il caso dei libri scomparsi”, “Cosa è successo a Mr. Dixon”, “Due uomini e un furgone”. Anche se le situazioni descritte nei tre libri sono diverse, la narrazione è identica così come l’ambientazione, i personaggi e, in generale, la struttura del romanzo.
Ne "Il caso dei libri scomparsi", Israel Armstrong, laureato in lettere cum laude, si "ritrova" ad accettare un lavoro in una sperduta città della provincia nord irlandese, dopo aver lavorato in una di quelle fredde librerie nei centri commerciali e non aver trovato niente di meglio nella sua Londra. Parte nella convinzione di rendere reale quella che è la sua “poetica” visione di un bibliotecario, in una grande biblioteca dove la gente accorre numerosa ma in modo ordinato e discreto a scegliere il libro che fa al proprio caso chiedendo consiglio al responsabile, ossia il giovane Israel.
Il ragazzo si ritrova invece in qualcosa di completamente diverso cui non riesce a far fronte: non una biblioteca classica, ma una itinerante; non una cittadina affabile, ma gente scontrosa; non un posto paradisiaco, ma un territorio umido e ostile. Così il suo sogno idilliaco si infrange velocemente e rimane invischiato in questa nuova realtà senza la capacità e la forza di uscirne, lamentandosi in continuazione ma mai davvero convinto di mollare tutto.
Ci sono tutti gli ingredienti per una storia simpatica e Ian Sansom è magistrale nel creare situazioni quasi esilaranti. Il libro non è impegnativo o pretenzioso, lo si può definire comico, la narrazione è fluida e leggera. E’ una lettura indicata a chi vuole staccare un attimo col mondo esterno e farsi quattro risate in modo spassionato senza star lì troppo a pensare. Lungi però dall’essere banale. I temi da sviluppare ci sono ma questi vengono perlopiù accennati e usati per suscitare l’ilarità nel lettore.
Anche la scelta dell’eroe non è casuale: un ragazzo quasi trentenne, grassoccio, non bellissimo, impacciato, mezzo ebreo, mezzo irlandese, vegetariano ma con tanta voglia di mangiarsi una bella bistecca. Un anti-eroe, potremmo definirlo, uno che ancora è assai lontano dalla completezza, quasi fosse un uomo a metà, che con la sua naturale goffaggine provoca il sorriso a chi ne legge le avventure.
Avventure, o più che altro disavventure, velate di mistero. Infatti i primi tre libri della saga (“Il caso dei libri scomparsi”, “Cosa è successo a Mr. Dixon”, “Due uomini e un furgone”) ruotano attorno a dei misteri di cui per un motivo o per un altro lui è il responsabile. Altro non può fare che cercare, insieme all’amico Ted, di svelare tali misteri (la scomparsa di un’intera biblioteca nel primo caso, di un uomo nel secondo, del bibliobus nel terzo), con un approccio ovviamente tutto personale e con la sua “discutibile” capacità di investigatore.
Strani ovviamente i personaggi con cui entra in contatto, molto diversi da quelli dalla sua amata Londra. Ma alla fine forse non tanto diversi da lui. Forse non aveva avuto modo di vedere che la grande città non gli apparteneva veramente, forse doveva andare via (nei primi due romanzi) per poi tornare (nel terzo romanzo) e verificare che le cose non stavano esattamente come pensava. Forse occorre allargare gli orizzonti e vedere le cose da diversi punti di vista per provare a capirci qualcosa nella propria esistenza. Perché forse la vita non è dove si pensa che debba essere, non è in un anelito verso il ritorno, forse la vita è semplicemente dove ci si trova, è semplicemente quello che si sta facendo.
“Ma io sto per andarmene. Non rimango qui. Non posso rimanere qui. Io devo tornare a Londra. A Londra ho la mia vita”
“Giovanotto, prima o poi scoprirà che la vita è là dove si vive”
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