Su “Robinson”, l’inserto domenicale di Repubblica, nella rubrica “Letture” viene pubblicato un breve racconto dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, amatissimo dal pubblico italiano.
L’autore ha appena cominciato un tour promozionale del suo nuovo libro, Legami, che inaugura una nuova collana per Feltrinelli, “Feltrinelli Gramma”, che lo vedrà anche a Roma il prossimo 3 giugno alle ore 21 presso il cinema Sacher, in dialogo con Sandro Veronesi e Nanni Moretti.
Il racconto di Nevo, tradotto benissimo da Raffaella Scardi, rappresenta un anticipo del suo ultimo libro che narra di sentimenti profondi, delle emozioni impalpabili che, in un momento fugace, rivelano ai protagonisti chi sono e ciò che stanno cercando.
Il racconto di Eshkol Nevo pubblicato su “Robinson”
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Il racconto, pubblicato su “Robinson”, parla di una donna israeliana che insieme alla sua famiglia ha lasciato il suo kibbutz e vive in albergo in una località al confine con il Libano.
Un giorno, malgrado l’infuriare della guerra, decide di tornare a casa sua per cucinare piatti appetitosi, sfidando i posti di blocco.
I soldati, colpiti dalla sua determinata sicurezza, la lasciano passare. Giunta nella propria casa, che ha lasciato da tre mesi, nel silenzio di quelle mura disabitate, sente scorrere l’acqua della doccia, e una voce maschile che canta una canzone nota:
”Dacci la pioggia solo quando serve e in primavera spargi fiori e concedici di rivederlo, non ci serve niente di più“.
Dalla doccia esce un giovane soldato riservista che, in grande imbarazzo, si giustifica: sono mesi che non fa una doccia calda, vive scomodamente, ogni giorno rischia la morte; ma quello che gli manca di più, dice, è una doccia calda.
Lui si chiama Shai; l’incontro con la donna si svolge con una strana naturalezza. Lei sta cucinando piatti appetitosi, e lo invita a condividere cibo e una sigaretta, proprio lei che ha smesso di fumare. Il tempo passa rapido e leggero, in giardino le erbacce non vi sono, i fiori sono sbocciati, grazie a lui che da civile fa il giardiniere e ha curato quel giardino di sconosciuti. Poi i due devono separarsi, anche se fra loro è avvenuto qualcosa di impalpabile.
La donna torna verso il suo albergo, non risponde alle chiamate del marito, vuole invece solo cantare quella canzone, “Dacci la pioggia solo quando serve”, la colonna sonora di quel breve incontro che le è rimasto nel cuore, nel mezzo di una guerra crudele, che sembra non piacere a nessuno.
Come sempre, Nevo approfitta di un episodio minimo, per raccontare una storia che colpisce per la delicatezza dei sentimenti quasi inespressi che mette in scena in poche righe asciutte ma nondimeno narrativamente efficaci.
Non si sono neppure sfiorati i due, semplicemente lui:
“Unisce solo i palmi davanti al petto in segno di gratitudine poi si volta e va via”.
Ma è un gesto potente, che parla più forte di un abbraccio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Legami” di Eshkol Nevo: un libro da leggere per esplorare sentimenti impalpabili
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