Legittima vendetta di S.A. Cosby

Razorblades tears è il titolo originale di questo thriller molto violento, Legittima difesa (Rizzoli, 2023, trad. di Giuseppe Brescia), che si svolge in Virginia, Usa, e ne è autore uno scrittore nero, S.A. Cosby, che prima di pubblicare romanzi ha fatto un po’ di tutto, anche il giardiniere, proprio come Ike Randolph, uno dei due protagonisti di questa durissima storia di vendetta.
L’altro è un bianco, malato e alcolista, Buddy Lee Jenkins: cosa hanno questi due uomini in comune? Molto, come vedremo.

Sono stati ambedue in prigione, ma mentre Randolph è ormai pulito e fuori dal giro malavitoso, tanto che ha messo su una florida azienda di giardinaggio, e vive felice con la moglie Mya, al contrario Buddy è in miseria, si è rifugiato in una scassata roulotte ai margini e beve. Ma la vera vicinanza tra i due è data dai loro figli: Isiah e Derek infatti, gay, laureati, sposati e padri felici della piccola Arianna di appena tre anni, sono stati barbaramente assassinati, e la polizia, dopo blande indagini inconcludenti, ha archiviato il caso.

Quando però la lapide che al cimitero li ricorda viene vandalizzata, Buddy Lee si rivolge ad Ike, chiedendogli aiuto e complicità per trovare gli assassini dei loro figli. Dopo qualche incertezza, qualche remora a ricadere nell’illegalità, alla fine Ike Randolph accetta la sfida, e i due, che sono stati padri omofobi e violenti contro le scelte sessuali dei loro figli, che non li hanno mai accettati anzi li hanno eliminati dalle loro vite, in preda ad imprevisti sensi di colpa, si gettano a capofitto in una impresa che costerà lacrime e sangue, che li porterà sempre più lontano in un abisso di violenza che si scontra con una setta di motociclisti assassini, con uomini potenti appartenenti all’establishment, con arsenali di armi conservate, praticamente in modo legale, in questo paese, gli Stati Uniti di oggi, in cui le logiche di armarsi e combattere battaglie private per sopperire alle inadempienze di una corpo di polizia troppo spesso inadeguato, hanno trasformato il paese più ricco dell’occidente in un campo di battaglia dove ci si uccide con estrema facilità.

Il romanzo è attraversato da tanti temi molto attuali nel dibattito pubblico: la possibilità per coppie gay di divenire genitori tramite quello che viene detto semplificando “utero in affitto”, osteggiata violentemente dai conservatori bianchi, razzisti, trumpiani.

Uno dei personaggi chiave del lungo romanzo si chiama Tangerine, una bellissima ragazza nera che in realtà è una trans gender, pronta a cambiare sesso, ma appetita da un mondo di uomini che pubblicamente si pongono come bacchettoni moralisti, ma in privato non possono fare a meno di una sessualità fluida, ambigua, perversa. Per il Washington Post questo romanzo, molto premiato, è “il thriller dell’anno”: in effetti è interessante e ben costruito malgrado il sangue e lo splatter siano in alcuni momenti esorbitanti ed eccessivi.

Il finale è tuttavia consolatorio, e l’autore sembra volerci incoraggiare alla speranza, malgrado la spietatezza d troppi gesti che nel libro sono prevalenti.