Lei dunque capirà
- Autore: Claudio Magris
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
Lei dunque capirà è un testo dettato dalle parole struggenti, disperate ed intense di una donna. Un omaggio che l’autore rivolge all’universo femminile capace di infiniti atti d’amore.
Claudio Magris, in questo libro, induce il lettore al ricordo del mito di Orfeo ed Euridice e a leggerlo in chiave moderna e in maniera del tutto particolare. Il professore Magris, noto saggista e romanziere che spazia dalla letteratura mitteleuropea agli studi di germanistica, narra la trama con una scrittura colta e sapientemente raffinata: una sequenza di frasi di profondo pathos e amore. Un amore straziante, un’elaborazione del lutto per la perdita o per la fine di un amore, scritto in maniera magistrale, la cui lettura è molto toccante.
L’io narrante è una lei, la Musa ispiratrice di un poeta, un uomo che non si rassegna alla sua assenza, innamorato come il primo giorno, che grida forte il suo dolore e che ancora vede il lieve avvallamento lasciato nel letto dal corpo della donna.
“Ero la sua musa, anche di quello che scriveva, dopo che me l’aveva letto e visto nei miei occhi, anzi, diceva, sulla tua bocca, quando le labbra prima un po’ imbronciate si dischiudono lentamente …..con te, diceva, vicino a te so chi sono e non sono niente male. Ma ..ma lo sa anche lui che a parte tutto, è fra le sue braccia che sono diventata una donna ed è fra le mie che lui è diventato un uomo ..un uomo vero.“
Lei narra con dolore quando a causa della sua salute, peggiorata per una infezione incurabile, il compagno è stato costretto a ricoverarla nella ‘Casa di riposo’, una Casa con tante particolarità da poterla ritenere un moderno Ade, o semplicemente la Vita con i suoi momenti di presenza e assenza. Una Casa dove non si possono ricevere visite, un luogo tranquillo ma inaccessibile al resto del mondo. Lei, rinchiusa ed esclusa, si confida al Presidente, una entità misteriosa, invisibile che conosce tutto dell’amore, che non mostra il suo volto ma lei sa che gestisce l’ordine nella Casa.
“Gli ho insegnato io tutto … quando facevamo l’amore era come un mare, una grande onda che culla solleva sprofonda si rompe sulla riva, si gli ho insegnato io tutto. Non solo l’amore, ma pure tutto il resto, il coraggio, la fedeltà, guardare il buio..”
Gli racconta di quanto forte sia stato il loro amore da superare le incomprensioni e le banalità e di quanto indissolubile possa essere ancora al di la della vita. Si lascia andare ai suoi ricordi e gli confida le nuove sensazioni: sa che il suo Orfeo, in sua assenza, si è lasciato andare, lo vede con la barba lunga e incolta segno del tempo che passa, con gli occhi gonfi dalle lacrime versate e con la stessa biancheria. Lo vede precipitato nella disperazione più nera e come un pazzo correre giù negli inferi a cercarla, la dove nessuno ha mai osato perché vuole riportarla alla vita.
“No, non è venuto per salvarmi, ma per essere salvato. Come potrei cantare le mie canzoni in terra straniera? Mi diceva. Ero io la sua terra perduta, la linfa della sua fioritura, della sua vita. E’ venuto per riprendersi la sua terra, da dove era stato esiliato.“
Ma sarà mai possibile potersi ritrovare? Una trama dolorosa e tormentata che definisce l’insieme della vita con il ricordo della felicità condivisa, con i momenti belli e brutti, con la legge che governa la perdita e la sopravvivenza di coloro che amiamo, e con la legge di negazione al mondo per la quale verità e mistero rimarranno chiusi nelle nostre anime.
Claudio Magris, scrittore, germanista, insegna Letteratura tedesca presso l’Università di Trieste. Vincitore di numerosi premi letterari, collabora per le pagine culturali del Corriere della Sera. È uno dei massimi scrittori italiani contemporanei.
Lei dunque capirà
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Ottimo incipit. “Vedi” chi parla rivolgendosi al Presidente e potrebbe farlo scrivendo una lettera, telefonando, guardandolo negli occhi.
A circa metà del libro emerge chiaramente trattarsi di una rivisitazione attuale del mito di Orfeo ed Euridice, ma al termine della bella lettura, intensa e insieme lieve (cito) provo a dire a me stessa (probabilmente sbagliando trattandosi di “considerazione personale”) che trattasi più che di novella o breve racconto, di una parabola dalla quale un Uomo, che potrebbe anche non trattarsi di Magris, trae per sé un insegnamento morale.
Ho deliberatamente escluso il riferimento al MITO per capire, almanaccando su quanto l’autore scrive e fra le pieghe della sua scrittura, quale idea me ne venisse.
Ho immaginato che il Presidente non sia altro che uno Specchio nel quale l’Uomo si riflette mettendo a nudo la sua coscienza, l’IO interiore per “capirsi” e che il … fin qua dentro … fin quaggiù … pagina 21 sia luogo dell’inconscio che vuole esplorare e … la sua faccia potrebbe anche mostrarcela … pagina 25 … una volta entrati si vede in faccia la verità … non più velata ecc … ma faccia a faccia pagina 47 siano da parte sua scelta di assoluta sincerità con sé stesso.
L’Uomo ci si guarda facendo un’autoanalisi a volte narcisistica, altre impietosa.
Pagina 13 … come faccio senza di lei … la mia pena … il mio tormento …
Pagina 18 … faccio troppi errori … me la cavo troppo male … è una vergogna …
Pagina 17 … adesso di nuovo unghie nere … a letto fino a mezzogiorno … barba lunga …
Pagina 22 … gli ho insegnato tutto … il coraggio la fedeltà …
Impietoso verso sé stesso sembra usare le parole della compagna per dirsi dei suoi difetti, ammettendo una realtà cruda per poi …
Pagina 28 … con tutti quei libri che avevi scritto … gesto di poeta … da re …
Pagina 35 … non sono poeti loro … non possono capire chi è poeta
Un continuo gioco di ammissione delle debolezze contrapposta ad una sorta di narcisismo di personaggio al Top, valido, ottimo scrittore e poeta, sopra le righe rispetto un’umanità “poca” Infine auto assolutorio come ben chiaro a pagina 55 … impietrito ma saldo e sicuro
... non ero venuto per salvarmi, ma essere salvato … pagina 39
Scrittura alta, colta, descrizioni d’amore sublimi, tangibili; pagine come le 25 – 29 – 42 – 43 dove le persone che si muovono e gli avvenimenti che vi avvengono descritti con ritmo incalzante in contrapposizione alla staticità, dell’ambiente “chiuso” nel quale si sente sensazione di fine.
Biancamaria concordo con te... una narrazione, con una scrittura colta, di un amore sublime .... di amori unici e grandi