Lei mi parla ancora
- Autore: Giuseppe Sgarbi
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2016
“Lei mi parla ancora” (Skira, 2016) è il nuovo libro che Giuseppe Sgarbi, farmacista per quasi mezzo secolo in zone di campagna tra Veneto ed Emilia, ha dedicato alla moglie Caterina Cavallini, detta Rina, scomparsa il 3 novembre 2015,
“Rina, fatico a governare l’emozione all’idea che, mentre leggerai questi miei pensieri, ti ascolteranno anche lì, in Paradiso”.
Il novantacinquenne, padre di Vittorio ed Elisabetta, dopo il romanzo d’esordio “Lungo l’argine del tempo. Memorie di un farmacista” (Skira, 2014), vincitore del Bancarella Opera Prima e del Premio Internazionale Martoglio, e “Non chiedere cosa sarà il futuro” (Skira, 2015), riflessione sulla propria esistenza, compone un romanzo elegia nel quale racconta in un delicato e appassionato dialogo a distanza, l’infinito amore per la compagna di una vita.
“Finché morte non vi separi, è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui”.
Libera nei pensieri, libera nelle parole, libera nelle scelte. Una vera forza della natura, impossibile da addomesticare, giacché per Rina Cavallini la parità non era una conquista ma un punto di partenza. Questa donna fuori dal comune che apparteneva al futuro “per mentalità, più ancora che per nascita”, rivive nelle pagine che il marito Giuseppe, detto “Nino” le dedica nel libro, la cui copertina ritrae in una fotografia color seppia una sorridente Rina a vent’anni nella sua Ferrara. Quel sorriso inebriante di una delle ragazze più belle e luminose di tutta l’Emilia.
“La tua bellezza era l’esca certo, ma è stata la tua testa a pescare nel mio cuore”.
Se è vero come riteneva Gabriel Garcia Marquez che
“la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”
Nino Sgarbi scrive per ricordare, perché ricordare significa rivivere sessantacinque anni di matrimonio.
“Ci siamo incontrati, piaciuti, innamorati e presi, perché eravamo fatti, letteralmente, l’uno per l’altra”.
Rievocare il primo incontro in un laboratorio universitario della Facoltà di Farmacia con “la Rina Spaccatutto” dal carattere esuberante, dall’intelligenza e dall’ambizione tutt’altro che ordinaria. Ricordare quel viaggio in corriera da Ferrara a Stienta di due giovani farmacisti appena sposati e ammalati di futuro. Questo amore che Nino e Rina hanno costruito e vissuto insieme ha reso bello tutto ciò che ha sfiorato
“i nostri vent’anni e tutti gli anni che sono venuti dopo”.
Ora che la cucina è “una capanna vuota” che fa da contrasto a una solitudine immensa, questo “vecchio Giuseppe da consolare”, la cui bussola ha perso l’ago e non indicherà mai più il Nord, darebbe tutto per riportare sua moglie accanto a sé. Invano. Eppure “lei mi parla ancora”. Anche l’ansa del fiume Po che per l’autore finora aveva sempre avuto la forma rassicurante di un sorriso, adesso sembra piegata in una smorfia lacera e amara.
“Anche i sassi sanno che senz’acqua non c’è vita. E la mia acqua sei sempre stata tu, Caterina”.
Lei mi parla ancora. Memorie edite e inedite di un farmacista
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