Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio
- Autore: Barbara Frale
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2021
Del da Vinci si sa di più, di Leonardo di ser Piero poco e niente. Barbara Frale, storica del Medioevo, consulente di fiction e documentari storici, scrittrice di historical thriller a tinte forti, prova a dare la versione di una parte della vita dell’uomo e del grande artista, in un titolo nuovissimo, Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio, uscito a marzo 2021 nella ricchissima bibliografia della collana Nuova narrativa Newton Compton (288 pagine).
Avvantaggiata dall’attività lavorativa presso l’Archivio Segreto Vaticano, dagli studi umanistici e da una viva curiosità, la grande esperta di templari e sindonologia è stata fortemente attratta da talune voci raccolte intorno ad aspetti oscuri della biografia del genio, dicerie e probabilmente solo esagerazioni, riferite soprattutto all’età giovanile, di cui non si conosce molto, anzi, non si sia quasi niente nei particolari, a parte le grandi fasi.
L’attenzione di Frale si è rivolta ai quasi trent’anni d’età, agli ultimi giorni a Firenze, alle accuse che lo esponevano a un pericoloso processo per sodomia e al suo viaggio-esilio a Milano, presso il duca Ludovico, il Moro.
E se a essere incuriosita è la tanto competente Barbara Frale, figurarsi i lettori, che potranno trovare in questo romanzo le risposte a tanti interrogativi sulle vicende dell’artista e scienziato senza uguali.
Il trasferimento a Milano è “una zona praticamente sconosciuta nella vita di Leonardo”, dopo non sarà più lo stesso. Si tenga presente ch’è stato sempre piuttosto avaro di particolari e nelle sue già tanto schematiche ed ermetiche annotazioni degli eventi biografici. Ci sono pervenute attraverso i dodici Codici, le raccolte dei suoi fogli, dall’Atlantico al Trivulziano, ma va rilevato che non sono mai stati ritrovati almeno sei testi di materiale autografo, pure indicati nell’elenco redatto dall’allievo Francesco Melzi. Un vuoto autobiografico irreparabile. Non si ha nessuna idea di cosa ci fosse scritto.
Ecco i motivi di curiosità di questo romanzo e in questo romanzo, sono tanti i vuoti da riempire, dando sfogo all’immaginazione e “fantasticando” su quanto di enigmatico o verosimile possa essere accaduto nella vita di Leonardo.
Barbara Frale sostiene di avere ricavato l’ispirazione dall’incontro con uno studioso straniero, nei giardini della Biblioteca Vaticana, che le aveva posto domande sui misteri di un da Vinci molto lontano dalla figura ufficiale del genio superbamente ieratico e tanto chiuso da non fornire notizie su di sé, pur scrivendo di tutto, annotando fittamente i suoi progetti di scienziato e inventore in anticipo di secoli in tutte le discipline alle quali si dedicava. Ideazioni e realizzazioni avviate, ma non portate a termine. Sperimentava, ma non completava quanto cominciato. La stessa Gioconda è incompiuta, dopotutto, almeno in piccola parte.
Il Leonardo di cui la interrogava lo studioso non sembrava affatto l’uomo che ci hanno fin qui descritto, superiore e distaccato dalle passioni umane, quasi non le avesse, ma un giovane sui trent’anni tanto straordinariamente poliedrico quanto fortemente turbato, per più di una ragione. Non è più a bottega da Andrea del Verrocchio, al quale il padre l’aveva affidato apprendista preadolescente, ma nemmeno titolare di un proprio atelier, nonostante il talento esibito. Si conferma incapace di finire quanto decide di avviare. Pianta tutto e cavalca a Milano.
Al profilo già tanto intrigante di questo Leonardo segreto e sconosciuto, Frale aggiunge aspetti ancora più attraenti, che mostrano il suo interesse per le dottrine filosofiche e cabalistiche orientali, in particolari quelle che ammettono la reincarnazione delle anime dei defunti in nuovi corpi viventi. Erano teorie note ad alcuni pensatori cristiani dei primi secoli della religione, ad esempio il teologo Origene (Egitto, III secolo), ma respinte dalla Chiesa e fortemente contrastate perché considerate ereticali.
Un intrigo personale-storico-politico-iniziatico, questa la trama del romanzo, ben sviluppata per la soddisfazione dei lettori, che vi troveranno la soluzione di certi misteri e di più di un segreto. C’è anche un Leonardo grande conoscitore di musica, compositore e inventore di nuovi strumenti musicali: la lira d’argento indicata dal Vasari, il violino di cui si parla in queste pagine. E non dimentichiamo il da Vinci matematico, fisico, ingegnere honoris causa.
Nel 1519, un anziano Leonardo racconta quella parte della sua vita al Re di Francia e al legato di papa Leone. Era stato Lorenzo il Magnifico a intercettare la denuncia anonima di avere intrattenuto rapporti contro natura con un giovane, poi trovato cadavere in riva all’Arno. Accusa gravissima, mortale. Da qui la proposta del de’ Medici di trasferirsi a Milano, al servizio del reggente Ludovico che stava riunendo artisti per fare grande la città.
Leonardo s’impegnerà nel progetto — inattuato — dell’enorme statua equestre in bronzo fuso in onore di Francesco Sforza, opera titanica che sembra spaventarlo.
Seguendolo a Milano, si vivrà letteralmente con lui. Nel finale, la sorpresa di una possibile rivelazione sull’enigmatico sorriso della Gioconda, che incuriosisce il mondo da cinque secoli.
Leonardo da Vinci. Il mistero di un genio è un romanzo che s’ha da leggere, in cui Barbara Frale ha cercato di “rappresentare il mito immortale di quell’uomo, in un racconto fondato sul vero storico e reso più affascinante dall’immaginazione”.
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