Leonardo segreto
- Autore: Costantino D’Orazio
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2014
Gioconda e non solo, Leonardo ha nascosto una quantità di enigmi
Per Leonardo, più di Vasari potè Giovio. I cenni sulla vita, il carattere e il pensiero del da Vinci, generalmente insufficienti, sono più attendibili nelle carte del coevo e conoscente umanista comasco Paolo Giovio (1483-1552) che nelle pagine del postumo e pur brillante biografo aretino Giorgio Vasari (1511-1574). Per pareggiare i conti, a merito di quest’ultimo va riconosciuto che se dai testi del lombardo emerge un grande artista. incredibilmente capace e assolutamente incontentabile, tanto da non finire gran parte delle sue opere, la creazione del mito leonardesco si deve certamente al trattato vasariano sulle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori.
Nel dare consistenza al genio multiforme, Vasari riconosce di aver dovuto fare ricorso a testimonianze posteriori alla morte del da Vinci (Amboise, 2 maggio 1519). Sta di fatto che poco si sa di certo, nonostante la quantità di scritti e appunti lasciati dallo stesso Leonardo. Troppo disordine, troppi segreti, troppi rompicapi sparsi nei suoi “Codici”. Volutamente impenetrabili, un labirinto inestricabile. Ma è proprio questo lascito ermetico che interessa allo storico dell’arte Costantino D’Orazio, che in “Leonardo segreto” (Sperling & Kupfer, 226 pagine, 18 euro) si impegna alla scoperta degli enigmi nascosti nei suoi capolavori.
Leonardo ce la mette tutta per illuderci. Quando crediamo di avere compreso un suo pensiero, arriva all’improvviso un dettaglio diverso a smentirlo, scrive il saggista romano. È curioso come nella generale scarsezza delle fonti si faccia a gara per dare al grande toscano un carattere diverso da quello che manifestò nella realtà, a cavallo del 1500. Vasari lo descrive “vario e instabile”, mentre a D’Orazio risulta al contrario estremamente tenace nella ricerca costante della verità. Il suo scrivere mancino da destra a sinistra e dipingere da sinistra a destra, sarebbe semplicemente l’opposto speculare dei destrimani, per via di un’abitudine non corretta da bambino, non certo il risultato di un desiderio morboso di diversità.
Di aspetto e carattere doveva essere tutt’altro che ombroso e accigliato. Piacente, invece e di bella persona, proporzionato, amante dei colori audaci e sgargianti, ben curato nella chioma, che portava lunga.
Sono tanti i falsi miti su Leonardo, che D’Orazio si impegna a sfatare. I natali, innanzitutto. Certo, era illegittimo, frutto di un rapporto fugace di un giovane notaio con una fanciulla del contado, Caterina. Il nonno Antonio, anche lui notaro, aggiustò tutto facendo convolare a ricche nozze ser Piero e maritando la ragazza madre a un contadino, salvo prendersi in casa il piccolo, d’anni cinque, annota, per paura che l’unione sterile del figlio mandasse in malora i beni familiari senza un erede maschio. La morale dell’epoca non potè evitare tuttavia a Leonardo di crescere bastardino nella casa paterna, non potendo ereditare nemmeno la professione notarile. Singolare che in altri quattro matrimoni ser Piero sfornasse poi dodici discendenti.
Non bastassero gli enigmi, ecco gli errori. Nell’Annunciazione del 1473, opera della Bottega del Verrocchio attribuita in gran parte a Leonardo, la base di marmo ai piedi della Vergine è sottratta al punto prospettico centrale e il braccio destro della Madonna esageratamente lungo. Opera di altri allievi o indizio lasciato dal giovane genio? E la confusione di figure che sconvolge la calma ieratica del corteo dei Magi nell’Adorazione del 1482? Mancano perfino i tre sapienti e in alto un cavaliere rischia di cadere! L’opera è rimasta allo stato di bozzetto, forse non gradita dai frati di San Donato che l’avevano commissionata?
Perchè nella prima Vergine delle Rocce l’angelo indica il piccolo San Giovanni invece del cuginetto Gesù? E le tante figure androgine dei suoi dipinti? E i disegni geometrici esoterici?
Non solo il sorriso della Gioconda, dunque, ma tanti enigmi svelati o non svelati. Leonardo non smette di sorprendere.
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