Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale di Sergio Claudio Perroni

Leonilde: figlia di Egidio e Alberta, un ferroviere ed una casalinga, entrambi cattolici ma non praticanti perché come tutti i socialisti, non erano amanti del clero. Abitavano in quartiere operaio, alle Reggiane. Suo padre la incoraggiò negli studi, spinto dalla convinzione che il sapere era l’unica arma davvero efficace per battere i borghesi. Leonilde nel 1938, nonostante sognasse di fare il medico o l’ingegnere, si iscrisse all’università Cattolica di Milano, facoltà di Lettere. Fu lì che cominciò a comprendere, a sapere, ad allontanarsi dalle Leggi di Dio per lasciare spazio alla razionalità. Leonilde iniziò a frequentare un gruppo di antifascisti reggiani, per lo più comunisti.
“L’unica arma possibile erano le idee” e, molti, per i loro pensieri vennero ammazzati; un pensiero che Leonilde decise di dover far suo. Iniziò a scrivere per il Carlino ed entrò nei Gruppi di Difesa delle Donne, accumunate dalla semplice ma fondamentale coscienza di essere donne, unite nonostante le diverse fedi politiche di appartenenza.

“Nell’Italia appena liberata, le donne continuavano a essere considerate come una mera appendice dell’uomo. Partorite dalla sua costola. Desinenze in A”.

Togliatti comprese l’importanza di non trascurare un tema come quello dell’emancipazione femminile, donne che avevano contribuito attivamente alla liberazione della Nazione.

“La Resistenza l’avevano fatta anche loro. Anche loro avevano imbracciato il mitra e sparato, anche loro erano state imprigionate e torturate per liberare l’Italia. Quelle donne non erano una semplice desinenza. Meritavano una declinazione a parte.”

Leonilde partecipò attivamente alla vita politica del Paese; la sua storia d’amore con Togliatti, non riuscì ad essere strumentalizzata per distruggere la sua credibilità di fronte agli elettori.
In “Leonilde Storia eccezionale di una donna normale” si valorizza l’immagine di una donna di valore, come lo sono tutte quelle donne non disposte al compromesso, capaci di conservare se stesse e le proprie idee integre anche di fronte al potere e alla possibilità di raggiungerne i vertici.