Lettera a Léontine
- Autore: Raffaello Mastrolonardo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2010
Entro in libreria e sugli scaffali delle promozioni, vicino all’ingresso, vedo due libri dello stesso autore: Raffaello Mastrolonardo. Quello appena uscito, “La scommessa” e il primo scritto, quello che presumibilmente l’ha portato al successo, “Lettera a Léontine”. Il genere non è quello a me più congeniale, quando leggo la parola amore di solito viro bruscamente verso altri lidi ma questa volta sono incuriosito.
Ho una massima: per conoscere bene uno scrittore bisogna leggere la prima e l’ultima opera, in quelle di mezzo troppi condizionamenti, ma siccome qui chi scrive non ha per niente l’aria di essere arrivato al capolinea, opto per l’esordio. La quarta di copertina bisbiglia ai miei occhi di un amore finito, forse nemmeno consumato, sfumato nel nulla di un destino avverso. I commenti che seguono parlano di una pagina facebook dell’autore inondata da post commossi... le solite donne dal pianto facile in piena crisi ormonale mi dico. Non lo so, non sono convinto. Mi dirigo verso il vero motivo di quella missione: "La vita è altrove" di Kundera; ma quando sono alla cassa in procinto di pagare, il mio sguardo cade ancora là… Lettera a Léontine.
Un libro leggero da bruciare senza pensieri, insieme alla pelle in spiaggia, perché no? Lo raggiungo e lo faccio mio, lo porgo al cassiere: un ragazzo muscoloso e tatuato con lo sguardo da duro. Lo prende in mano, mi guarda e mi dice: «Ottima scelta, davvero bello!» Che quella rude pelle ricoperta di teschi e demoni, non sia altro che una misera coperta sotto la quale si nasconde una teenagers mielosa? Com’è strana la vita, pago ed esco. Mi fermo su una panchina e leggo il prologo: parole particolari, mai banali.
Nulla che preannunci una storia mai sentita certo, ma degna d’essere letta si! Lo infilo nella valigia, un libro leggero da bruciare senza pensieri, insieme alla pelle in spiaggia ci sta, mi ripeto convinto come a giustificarmi con un qualcuno invisibile pronto a giudicarmi per la scelta fatta.
Il primo capitolo si sfoglia da sé, tra i tormenti interiori del protagonista narrante e le descrizioni accurate di una Bari che non ho mai visto ma che a questo punto devo assolutamente visitare; l’amore di cui sono intrise le parole che la raccontano, è così intenso da posarsi sulla pelle di chi sfoglia le pagine. Poi arriva lei... Léontine. Niente di che penso, non è il classico personaggio che travolge. Vivacchia per lo più, accompagnando silenziosamente la discesa verso inferi di un Piergiorgio che però, man mano che la storia s’infittisce, si fa sempre più interessante. Scienza e poesia convivono e combattono in lui senza sosta per avere il sopravvento l’una sull’altra.
Arte, musica e medicina si danno il cambio in un gioviale scorrere narrativo in cui, amicizie di raro valore e vecchie storie rimaste nel cuore, sono ottimi ingredienti aggiuntivi. E’ solo un libro leggero da bruciare senza pensieri, insieme alla pelle in spiaggia, recito per l’ennesima volta... ma non ne sono più tanto convinto. Mi soffermo su una frase che riassume un particolare momento della storia d’amore ma anche il mio sentimento per questo libro:
“In quel momento percepii che c’era qualcosa di più di una semplice storia d’amore. C’era una scintilla che non vedevo, una fiamma che non scaldava ma c’era.”
No, non era un libro leggero da bruciare senza pensieri, insieme alla pelle in spiaggia, ma uno che mi stava uccidendo piano piano da tanta cruda verità erano piene le pagine. Alla fine, all’ultimo capitolo, ho dovuto fermarmi... prendere fiato e ricominciare almeno una decina di volte, per poi cedere, chiudere e lasciare tra me e il finale una notte di consapevolezza. Le lacrime non mi davano tregua ed io solo a quel punto ho capito il perché di tanta commozione. All’ultima parola mi è rimasta in corpo tristezza mista a gioia, difficile da spiegare senza svelare l’intero contenuto, ma questo è ciò che mi ha lasciato. Un bel libro davvero, unica pecca a mio avviso, le parti poetiche non sono allo stesso livello del racconto vero e proprio ma è un dettaglio oltre che soggettivo, assolutamente ininfluente.
“Lettera a Léontine” è un libro da leggere e su questo non si discute, certo non se cercate un libro leggero da bruciare senza pensieri, insieme alla pelle in spiaggia.
Lettera a Léontine
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