Lettere al culmine della disperazione (1930-1934)
- Autore: Emil Cioran
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Prima di diventare un filosofo conosciuto, Emil Cioran studiò e si laureò a Bucarest. In queste lettere ritroviamo lo studio matto e disperatissimo di uno studente sempre scontento, sempre ombroso.
"Ma devo farti una confessione: il mio atteggiamento nei confronti dell’università è determinato anche dal fatto che questo diploma non ti offre un’esistenza migliore rispetto a quella di un mendicante di strada. Non mi faccio più illusioni. Andare all’estero, avere una borsa di studio ecc... sono cose che sembravano sicuramente più allettanti viste dal parco di Sibiu; ma qui, in questo luogo, ti disgusti delle piccolezze dell’orizzonte e delle anguste prospettive."
Cioran non era contento di Bucarest, città freddissima in inverno, una fornace in estate; il ragazzo non lega con i colleghi, li ritiene troppo passivi, leggono solo i libri per l’esame, mentre Cioran si rovina gli occhi a leggere anche di notte.
"Caro amico, penso, non senza malinconia, al fatto che ci siamo estraniati l’uno dall’altro. Ci vediamo così raramente che la memoria non conserva che un’immagine schematica e spiritualizzata. Dico queste cose perché qui a Bucarest, sebbene sia circondato da amici che hanno una certa cultura, non ho trovato nessuno che abbia il coraggio delle idee e un temperamento vivo. Questi individui raramente raggiungono una profonda comprensione del fenomeno irrazionale dell’individualità e del carattere originario delle attitudini della vita."
Niente amici, pochissima dimestichezza con i professori che trova mediocri, Cioran si vede già a Parigi a fare il filosofo e lo scrittore di aforismi.
Pochissime storie d’amore, lui che da ventenne era bellissimo, per misoginia forse o per un’eccessiva timidezza nei confronti dell’altro sesso.
"L’attività o l’inattività, la generosità o l’odio, lo slancio o la disperazione – tutto mi sembra espressione di un’irrazionalità su cui non si può andare oltre.
Abbiamo già parlato delle notti insonni, quando conti tutti gli istanti
che passano e quando, al di là della disperazione e al di là dei limiti della
sopportazione, tutto ti appare sullo stesso piano, insignificante e nullo. La
liberazione da tutti gli elementi e dai simboli si realizza solo quando l’uomo
si pone di fronte all’esistenza nella sua struttura pura, intensificando il
dualismo tra la coscienza e la realtà in un parossismo che non fa altro che
portare alla distruzione."
Cioran divenne un fenomeno negli aforismi, cinici e crudeli, ma non amò nessuno, perché era una perdita di tempo e poi mal si amalgamava con la sua parola che resterà fino alla fine dei suoi giorni: Disperazione.
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