Lettere da Sodoma
- Autore: Dario Bellezza
- Categoria: Narrativa Italiana
Uscito nel 1972, “Lettere da Sodoma” è un romanzo epistolare che ruota intorno all’omosessualità dello scrivente: lettere strazianti, maledette, mediocri o semplicemente intessute di odio e invidia.
Dario Bellezza era per prima cosa un poeta e nella sua bibliografia ritroviamo pochi romanzi, tra cui questo, fatto di lettere forti, scandalose, inammissibili che trattano di amori impossibili, di prostituzione maschile, di droga e psicofarmaci. Vite allo sbando in una trama esilissima. Il problema di Bellezza erano questi eccessi di passioni sessuali verso i giovinetti e poi il tentativo di avere una vita quasi normale, in cui il condominio dove viveva non parlasse troppo male di lui. Era geloso di Moravia, anche se lo sentiva quasi quotidianamente la mattina presto; la Morante lo trattò come migliore amico per poi lasciarlo al suo destino, quando scoprì la sua vena pettegola, beffarda e iconoclasta. Il poeta non credeva in nessuno e in niente: il suo unico sfogo erano questi amorazzi finti, con eterosessuali poverissimi.
La trama è presto detta: un uomo non più giovane manda lettere d’amore a un prostituto che spende tutti i soldi per drogarsi, ma che ha anche momenti di pallida quiete. Il protagonista vede andare e venire nella sua casa gente di tutto il mondo, fidanzate mal sopportate. Il finto fidanzato gli ruba oggetti di valore, gli chiede continuamente soldi, quando è drogato fa le fusa, si accoccola tra le braccia di questo uomo pigro, indolente, che rifiuta collaborazioni giornalistiche o pezzi di costume per poi dare il tutto al ragazzo. La verità è che questo intellettuale sfasato scriverebbe solo di Pasolini, che venera e che in momenti di egocentrismo sente al suo stesso piano (al protagonista sfugge lo studio matto e disperatissimo di Pasolini giovane che leggeva e scriveva senza problemi greco e latino e anche ebraico), mentre lo scrittore di queste lettere sa a malapena un po’ di inglese.
L’insonnia lo distrugge e Bellezza scrive:
“Caro Mario, frammentariamente, per annullare il tempo che mi divide dal sonno, e non pensare, stordirmi, annichilirmi nella scrittura per allontanare il rimorso, Aperto a tutto, ancora una volta – forse una delle ultime - mi rivolgo a te. Da sadico e cretino procedendo e sempre raccogliendo i frutti
acerbi della mia acerba e crudele esistenza".
Lettere da Sodoma ha un che di apocalittico e le lettere diventano sempre più crudeli, infami, disperatissime, svelando quella solitudine assoluta, totale, irredimibile che sembra il tratto fondamentale dell’omosessualità maschile.
Le lettere di Marco-Dario Bellezza sono respingenti, ma danno il senso di una vita involuta, dove si gioca duro sul versante sadomasochistico; infatti, finendo, riportiamo un ultimo stralcio:
"Sì, questa idea si è conficcata come un pugnale dentro di me e
non mi lascerà più. Che cosa dovrei fare ora? Ora che tutto è rovinato fra noi: tutto è stato spazzato via dalla tua violenza, dalle botte che mi hai dato, per farmi godere, hai detto, radioso mio carnefice"
Restano un patetico narcisismo e tracce di "bovarismo" nell’anima di Marco.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lettere da Sodoma
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