Libero chi legge di Fernanda Pivano

Questo libro profuma di libertà, e non soltanto perché ce lo grida la copertina, e quando lo fa non si può non pensare all’America, alla sua letteratura specchio di una società piena di eccessi e contraddizioni. Chi meglio di Fernanda Pivano poteva presentare una sfilata di straordinari articoli su narratori americani in “Libero chi legge” ? (Arnaldo Mondadori Editore, 2011)
Già, perché se gli italiani hanno imparato ad apprezzare la letteratura a stelle e strisce lo si deve soprattutto alla Pivano, traduttrice di Edgar Lee Masters, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, William Faulkner, Jack Kerouac, William Burroughs e molti altri.

La scrittice e critica genovese - scomparsa nel 2009 - ebbe inoltre modo di conoscere, e talvolta di frequentare, alcuni di questi grandi autori. E’ lei che ha portato l’America in Italia: potremmo definirla la vestale della narrativa Usa del Novecento, e questa carrellata di sue recensioni lo testimonia.

In un filare di brevi e succose schede si avvicendano non soltanto libri e scrittori, ma si richiama qua e là la storia dell’America del Novecento, la sua complessa società fatta di paradossi, forti contrasti, miti, fragilità.

A partire da ciascun titolo, Pivano tratteggia accenni biografici, storico, critici del singolo autore, contestualizzandone l’epoca in cui è vissuto e ha scritto, analizzandone talvolta l’impronta stilistica.
Abbiamo così modo di conoscere narratori che hanno lasciato traccia indelebile nella storia della letteratura mondiale - non solo quindi quella americana - , avvicinandoci a nomi che magari non abbiamo ancora avuto modo di leggere, oppure per rileggerli con occhi nuovi e più consapevoli.

Il saggio, di grande respiro critico, apre una finestra sugli american writers, con seducente panoramica su una dimensione culturale e letteraria diversa e lontana dalla nostra, sempre però affascinante per generazioni di lettori, ogni pagina di questa raccolta sprizza entusiasmo a profusione per la lettura e per la libertà.

Opere e autori sono suddivisi in quattro sezioni, in onore alle libertà enunciate da Franklin Delano Roosevelt in un discorso tenuto nel 1941: la libertà dalla morale, la libertà sessuale, la libertà di parola, la libertà dalla violenza.

All’irrequieto e contestatario Salinger segue la scandalosa eroticità dei romanzi di Anais Nin, sebbene quest’ultima fosse in realtà di origini francesi, gli artisti "maledetti" alla Burroughs si affiancano ad autori impegnati alla Steinbeck, il simbolismo di Waldo Ellison viene proposto insieme con il mondo fantastico raccontato da Bradbury.

La Pivano ci regala così il suo canto d’amore per la libertà.