Si è conclusa ieri la quindicesima edizione di Libri Come, la Festa del Libro e della Lettura, che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico.
Innumerevoli gli eventi e gli incontri, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, che hanno dato ancora una volta la giusta chiave di lettura di un’epoca: i libri servono a leggere l’Umano in tutte le sue sfumature. Libri Come Umanità, titolava questa edizione, dopo le precedenti, Libri Come Potere (2023) e Libri Come Terra (2022), tutte in dialogo con il nostro mutevole e sfaccettato presente.
Libri Come 2024: le cose che i libri insegnano
Sono molte le cose che i libri ci insegnano, una tra tutte è la capacità di raccontare, attraverso le parole, il tempo sfuggente in cui siamo immersi. Le parole hanno un ruolo, servono per costruire, e la manifestazione romana, curata da Marino Sinibaldi, Rosa Polacco e Michele de Mieri, lo dimostra. Se c’è una cosa che ogni anno Libri Come puntualmente restituisce ai suoi visitatori è “l’inquietudine”, a ben vedere una dimensione fondamentale dell’umano.
Nel 2022 la manifestazione letteraria si apriva all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, dopo l’invasione del Donbass da parte di Putin; mentre quest’anno Libri Come è stata, in un certo senso, inaugurata dalla notizia dell’attentato a Mosca per opera dello Stato islamico. Notizia che immediatamente si è riversata nei discorsi, negli interventi di scrittrici, scrittori e giornalisti, a riprova che la letteratura è sempre in dialogo con la realtà.
Durante i tre giorni della kermesse si è parlato di guerra, di femminicidio, di esclusione e necessità di integrazione, si è parlato anche di scrittura e di come stia cambiando la letteratura, quali siano le nuove frontiere del narrare.
Libri Come 2024: l’Umanità per Chiara Valerio
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Tra i numerosi incontri della fiera merita una menzione il dialogo - leggero e profondo, come tutte le cose vere - tra Serena Dandini e Chiara Valerio per presentare il libro di quest’ultima Chi dice e chi tace, edito da Sellerio, in concorso al Premio Strega.
Un giallo che non è soltanto un giallo, ma rivela molto di più. Un libro che è un “gioiellino”, come ha giustamente ribadito Serena Dandini. Un libro che ha offerto all’autrice l’occasione propizia per intrecciare una pluralità di temi e narrazioni: parla di vita e di morte, di rapporti umani, di amore e di potere, di differenze sociali e di classe, delle origini e del futuro. Insomma, davvero è un libro che riassume la parola chiave di Libri Come 2024: Umanità.
L’espediente del giallo, in questo caso, ricorda “l’interessante per mezzo” promosso da Manzoni tra le regole auree del romanzo, oltre al “vero per soggetto” e “all’utile per iscopo”. Le persone leggono incalzate dalla trama gialla - dalla ricerca del cosiddetto “assassino” - eppure intanto scoprono un mondo sommerso, una coscienza in tumulto, una variegata umanità.
Bellissimo l’intervento di Chiara Valerio a questo proposito quanto ha osservato che:
Preferisco il romanzo come struttura speculativa. L’idea che quando qualcuno ti racconta storia a un certo punto ti racconta qualcosa in cui tu non sai giudicare se un’azione è giusta o sbagliata. Non lo sa dire nessuno dei classici, pensiamo alla Lettera scarlatta o al Conte di Montecristo, se certe azioni sono giuste o sbagliate. E allora anche noi non ci riduciamo a dire cosa è buono o cosa è cattivo, usciamo da questa forma di giudizio. Giudicare e comprendere non sono sinonimi, questo i romanzi lo dimostrano.
Libri Come 2024: il Femminicidio secondo Loredana Lipperini
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Commovente il ricordo di Michela Murgia da parte di Loredana Lipperini che, in occasione dell’uscita dell’audiolibro per Emons di L’ho uccisa perché la amavo. Falso!, ha gettato nuova luce sulla sua temeraria compagna di scrittura. Lipperini ha ricordato una splendente Murgia in Valle d’Aosta impegnata a svolgere ricerche su un romanzo che, purtroppo, non avrebbe mai scritto.
In dialogo con la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli, Loredana Lipperini ha regalato al pubblico un’importante riflessione sulla parola femminicidio e su quanto questo fenomeno sia legato - e immerso - nella cultura in cui viviamo.
Alla domanda su come sia possibile combattere questo fenomeno, Lipperini ha risposto che è necessaria un’educazione sentimentale nelle scuole, ma non basta, perché occorre fare un lavoro più profondo soprattutto sulla cultura di cui siamo intrisi che è di stampo fortemente patriarcale, a partire dall’ambito letterario.
Il grande equivoco nasce nella cultura di cui siamo intrisi. Nessuno vuole censurare Tolstoj, per carità. Ma occorre ragionare su come, per secoli, noi abbiamo convissuto con la rappresentazione della morta ammazzata.
Interessante anche la constatazione secondo cui è la nostra “infelicità” che passa attraverso il femminicidio. A un certo punto pare impossibile capire perché continuino i femminicidi, osserva Loredana Lipperini, dal momento che siamo più formate, abbiamo più strumenti a disposizione e anche le parole per definire il femminicidio sono cambiate; tuttavia continua a essere un problema relazionale, che ha anche vedere con i rapporti, con la percezione di solitudine e abbandono, quindi con la nostra “infelicità” umana da un certo punto di vista.
Libri Come 2024: la Letteratura per Julian Barnes
Tra i maggiori ospiti internazionali di Libri Come 2024 lo scrittore Julian Barnes che, in dialogo con Antonella Lattanzi, ha presentato il suo ultimo libro Elizabeth Finch, edito da Einaudi.
Incalzato dalle brillanti domande di Lattanzi, Barnes ha offerto un ritratto a tutto tondo di sé stesso, dagli esordi difficili dopo una carriera di giornalista, sino al suo essere uno scrittore con la “pellaccia dura” ormai impermeabile ai giudizi della critica. Si è rifiutato di rivelare i trucchi del mestiere per pochi spicci, custodisce bene i suoi segreti, tuttavia ha offerto una visione ampia dell’idea di letteratura come un’arte che ci aiuta a vedere meglio le cose, come ponendovi sopra una lente di ingrandimento, anche se in parte menzognera. Barnes, riprendendo il tema della sua “personaggia” Elizabeth Finch, ha infatti rivelato l’impossibilità di stendere una biografia che sia veritiera; ma proprio in questo gioco di sguardi sta la meraviglia - e anche la bellezza. Da Giuliano l’Apostata al rigore assurdo del cristianesimo che condanna il peccato sino agli estremismi religiosi del giorno d’oggi che provocano guerre fratricide, Julian Barnes attraverso la sua idea di Letteratura ha rivelato una panoramica perfetta della parola Umanità, rispondendo, di fatto, al tema principale della manifestazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Libri Come 2024, per leggere l’Umano: da Chiara Valerio a Julian Barnes
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