La Giornata della Memoria 2019 non è una commemorazione, un rito ripetitivo. Mai come quest’anno, lo ha ricordato solennemente il Presidente Mattarella al Quirinale, è importante che tutti i cittadini sensati e consapevoli ricordino che razzismo, antisemitismo, discriminazione, negazionismo, false informazioni su documenti complottisti inesistenti devono essere respinti con determinazione consapevole.
La presenza di una scrittrice testimone come Edith Bruck, scampata alla morte ad Auschwitz dove era stata deportata dalla Polonia appena dodicenne, conferma in noi tutti l’importanza della testimonianza.
Ancora qualche suggerimento di letture in occasione di queste riflessioni: “La scuola dei Giusti nascosti” di Marcello Kalowski racconta in forma quasi favolistica la razzia del 16 ottobre, ma si concentra sulla storia di due liceali amiche, Michela e Sara, quest’ultima ebrea. Ma è un personaggio, Angelo, il bidello della scuola, che veglia sulla loro amicizia: un Giusto, un vero pilastro dell’universo.
Nel libro “Il morto nel bunker” di Martin Pollack (edizioni Keller) si ripercorre l’orrore della persecuzione contro gli ebrei nei paesi dell’est, le uccisioni di massa, il coinvolgimento del padre dello scrittore, nazista, in un percorso di conoscenza dolorosa ma necessaria.
Un saggio storico uscito anni fa viene ora riproposto da Neri Pozza. Si tratta di “1933. L’ascesa al potere di Adolf Hitler” di Philip Metcalfe, in cui si racconta con gli occhi dell’ambasciatore americano di Roosvelt a Berlino, il professore William Dodd e di sua figlia, la giornalista Martha, i primi anni del governo del dittatore nazista e la lenta presa di coscienza delle opinioni pubbliche straniere.
Consiglio di nuovo “La ragazza di Chagall” di Antonella Sbuelz e in modo speciale la postfazione dello storico Gabriele Nissim, opportunamente intitolata “La fragilità della memoria”. Nelle sue articolate riflessioni a margine delle vicende raccontate nel romanzo, afferma:
Molti sopravvissuti, assieme ai loro discendenti, hanno in fondo la stessa paura di Primo Levi: se non si continua a raccontare, alla fine tutto verrà dimenticato; peggio ancora, non si vorrà nemmeno credere a quello che è successo. E alla fine, se vincerà l’oblio, tutto si ripeterà ancora una volta.
L’ultimo consiglio di lettura è quello che rimanda a qualche anno fa, il 2005, quando Filippo Tuena pubblicò lo straordinario romanzo-indagine dal titolo “Le variazioni di Reinach” (Rizzoli), recentemente ristampato (edizione Superbeat). Nel museo parigino che fu la casa della famiglia ebrea Nissim de Camondo lo scrittore rievoca la storia tragica di Fanny e Bertrand, scomparsi nell’abisso di Auschwitz, nella Francia razzista e complice degli occupanti nazisti.
Leggere, ripensare, studiare, un compito che riguarda tutti noi, genitori, nonni, educatori, insegnanti, politici, gente di spettacolo, operatori di pace. È l’unica forma di vera resistenza a un degrado culturale che non può che essere nefasto. Ricordo allora le parole del libro di Edith Bruck “Signora Auschwitz. Il dono della parola” (Marsilio, 1999):
Non sapevo cosa mi irritasse di più nelle scuole: alcuni studenti o i loro insegnanti. La mia paura di e per loro? La loro ignoranza sull’argomento o le dokande assurde che ogni tanto mi rivolgevano? Avrebbero potuto obbedire anche loro a un padre-demonio? ... Alcune domande dal sapore antisemita le vivevo come un’ennesima offesa, e provavo spavento, vero e immaginario, all’idea che quei giovani potessero commettere gli stessi errori dei loro nonni.
Per altri suggerimenti di lettura potete anche consultare la nostra sezione: Giorno della Memoria, libri da leggere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giornata della Memoria 2019: libri da leggere e riflessioni
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