Visto l’ostracismo messo in atto nei confronti delle scrittrici da alcuni importanti quotidiani nazionali, noi decidiamo di rispondere proponendovi, per l’estate, 6 libri da leggere scritti da autrici italiane.
Le donne oggi scrivono e vincono premi importanti, questo forse risulta difficile da accettare in un ambiente letterario che presenta, suo malgrado, ancora forti retaggi patriarcali. Mentre la scrittura femminile si afferma, anche attraverso trame che fuoriescono dai sentieri noti e tendono a smarginare nell’indicibile, ecco che critica letteraria e persino scrittori affermati reagiscono con commenti fuoriluogo, editoriali al vetriolo, affermazioni da cui trapela invidia rovesciata nel desiderio (malato) di denigrare e sminuire il lavoro altrui.
Sembra che si voglia rivendicare, a tutti i costi, che la Letteratura - scritta proprio con la maiuscola per rimarcarne la supremazia - sia una faccenda maschile, mentre le donne sono solo capaci di scrivere romanzetti sentimentali di poco conto o di cavalcare la moda del momento (quale sia poi questa “moda” non è dato saperlo, visto che a quanto pare è dura a morire).
L’estate delle scrittrici italiane: libri da leggere
La realtà ci dimostra che non è così: L’amica geniale di Elena Ferrante è stato eletto, con molte polemiche, il Miglior libro del XXI secolo dal New York Times; la scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio ha vinto il Premio Strega con L’età fragile e, ancora, di recente il Premio Bancarella è stato conquistato di nuovo da una donna, dopo il trionfo di Francesca Giannone lo scorso anno con La portalettere, è stato il turno di Aurora Tamigio con il bestseller da oltre 100mila copie vendute Il cognome delle donne.
La verità è che le donne sono brave e sanno fare letteratura, scrivono romanzi che vengono letti e apprezzati, hanno successo; un fatto che, certo, può essere difficile da digerire per chi rimane arroccato nella propria torre d’avorio di autoreferenzialità. Nella volontà di umiliare e svilire le donne come intellettuali rientra in fondo la stessa logica che si manifesta, in maniera atroce, nel femminicidio che negli ultimi anni trionfa, protagonista indiscusso, sulle pagine nazionali di cronaca nera.
Alla base c’è sempre l’incapacità, da parte degli uomini, di accettare il successo di una donna e la sua affermazione - in questo caso in ambito letterario.
Mi domando se le pagine culturali di certi giornali si rendano conto che, con certi scritti, stanno di fatto legittimando un femminicidio d’altra specie che certo non si compie in forma di delitto, ma è di natura intellettuale (e non meno pericolosa).
La nostra risposta, sempre culturale, è quella di proporre e incentivare la lettura di libri scritti da donne oltre il pregiudizio. Le donne sanno scrivere solo di “diritti civili, amore e malattie” ha affermato, con toni decisamente meno sobri e più insultanti, un certo articolista: gli dimostriamo che non è così, citando alcuni romanzi usciti nell’ultimo anno e mezzo che vanno ben oltre la schematica (e decisamente riduttiva, lacunosa) definizione proposta.
Tra i libri dell’estate quest’anno non mancheranno di certo Di Pietrantonio e Ferrante - per chi ancora non l’ha letta - ma siamo pronti a scommettere anche su altre scrittrici e sulla possibilità di vedere alcune di queste belle copertine fare capolino in spiaggia, tra le file di ombrelloni o anche in montagna per chi cerca un momento di relax sulle vette ad alta quota.
Ciascuno di questi libri, inoltre, lo garantiamo, vi trasporterà in una località inattesa, generando una sorta di mise en abyme - una vacanza nella vacanza - che sia l’atmosfera isolana della Sicilia o della remota isola di Alicudi, la bellezza eterna di Roma, il litorale del mar Tirreno o l’esotismo irresistibile del Marocco.
Vediamo 6 libri di scrittrici italiane da leggere quest’estate.
1. “Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio (Feltrinelli)
Fresco vincitore del Premio Bancarella, Il cognome delle donne sarà di certo il romanzo dell’estate e davvero lo merita. È un libro scritto con intensità e in stato di grazia che fa riscoprire il piacere incantatorio dell’affabulazione. Impossibile staccare gli occhi dalle pagine mentre si seguono le vicende di Rosa, Selma, Patrizia e le altre: tre generazioni di donne, dall’inizio del Novecento agli anni Ottanta, che cercano di affermare sé stesse in una società che tenta di piegarle a crude logiche di sopraffazione. Un libro in cui entra la Storia, con le sue rivoluzioni sia politiche che culturali, ma anche la bellezza del racconto di altri tempi, che ha l’odore del fieno e delle brocche di latte, e ci offre la stessa consolazione dei racconti delle nostre nonne, narrati in pomeriggio d’estate mentre finivano il lavoro di cucito oppure impastavano il pane sul tavolo infarinato della cucina.
Il cognome delle donne
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2. “Magnifico e tremendo stava l’amore” di Maria Grazia Calandrone (Einaudi)
Il nuovo libro di Maria Grazia Calandrone, Magnifico e tremendo stava l’amore (Einaudi, 2024), tratta un caso di cronaca recente che tuttavia la scrittrice sa narrare poeticamente - con lo stile unico e lirico che le è proprio - unendolo a un punto di vista personale. Nella storia di Luciana, Maria Grazia Calandrone ha rivisto la storia di sua madre Lucia, narrata in Dove non mi hai portata, come sarebbero potute andare le cose in un’altra epoca, con un’altra consapevolezza o, soltanto, compiendo una scelta diversa. Tornano molti punti di contatto in queste vicende, cui fa da sfondo il Tevere come luogo di vita e di morte, a ricordare che “tutto scorre” inesorabilmente.
Il libro è liberamente ispirato al caso Cristallo e si propone di indagare le sfumature più drammatiche e oscure dell’animo umano, il vortice torbido e violento dell’amore.
Magnifico e tremendo stava l'amore
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Recensione del libro
Magnifico e tremendo stava l’amore
di Maria Grazia Calandrone
3. “L’isola dove volano le femmine” di Marta Lamalfa (Neri Pozza)
Realtà e fantasia si confondono in questo brillante esordio di Marta Lamalfa che dà corpo a una narrazione immaginifica ambientata nello spazio remoto e selvaggio di Alicudi. L’isola dove volano le femmine (Neri Pozza, 2024) nasce dalla volontà di tramandare una serie di cunti popolari, racconti orali e una teoria di natura antropologica: secondo lo studioso Paolo Lorenzi la presenza di pane nero di segale cornuta provocò per anni allucinazioni di massa sull’isola di Alicudi.
Da questa premessa si delinea la storia di Caterina, una giovane donna che cerca di percorrere una strada soltanto sua e immaginare un futuro diverso da quello che appartiene alle donne dell’isola, come sua madre. Le allucinazioni fanno da sfondo al racconto, facendosi al contempo sogno e allegoria della realtà, strumento immaginifico di una storia, di ogni storia. Alicudi permea la narrazione con la sua atmosfera selvatica e magica, i suoi odori e sapori, divenendo una meta allettante come sogno vacanziero, non meno dell’Isola di Arturo di Morante.
L'isola dove volano le femmine
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4. “La reputazione” di Ilaria Gaspari (Guanda)
Il romanzo della scrittrice e filosofa Ilaria Gaspari, La reputazione, tratta un tema scottante nel mondo contemporaneo: l’opinione che gli altri hanno di noi è diventata fondamentale nella società dei social dove l’apparenza ha un peso e un valore che non è soltanto astratto.
Il libro è ambientato nella Roma degli anni Ottanta dove troviamo la boutique Joséphine, gestita dalla brava Marie France che sa sempre come mantenere le clienti e le ultime tendenze in fatto di moda. Su questo mondo dorato, fatto di specchi lucenti e crinoline, si abbatte il peso oscuro della calunnia che avrà conseguenze inattese su tutti i protagonisti della storia, compresa Barbara, la studentessa di filosofia che ne è la voce narrante. Il mondo della moda, con la sua vanità implicita e le sue zone d’ombra (la paura della vecchiaia, del decadimento fisico), diventa una chiave di lettura attraverso cui leggere la superficialità del contemporaneo e l’oscurità che si addensa sulla nostra cultura basata sulla “reputazione”, quindi frutto di un compromesso.
La reputazione
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5. “Chi dice e chi tace” di Chiara Valerio (Sellerio)
Un giallo non giallo questo nuovo libro di Chiara Valerio, finalista al Premio Strega 2024. Chi dice e chi tace, edito da Sellerio, ci catapulta nella cittadina di mare di Scauri, nel Lazio, sul litorale tirreno immergendoci in una vicenda dove nulla è come sembra.
Al centro della trama la morte inattesa di Vittoria. Il fatto dà avvio a una sorta di indagine poliziesca che ben presto diventa analisi interiore per la protagonista, l’avvocata Lea Russo, che alla vittima è sempre stata legata da un rapporto profondo quanto ambiguo. Indagando sul mistero della morte di Vittoria, Lea in realtà scopre sé stessa, si trova a confrontarsi con desideri inconfessati e taciuti e a mettere in discussione la realtà stessa in cui è immersa. La cittadina di Scauri fa da sfondo, immersa nell’atmosfera sospesa, deliziosamente analogica, degli anni Novanta dove fanno capolino telefoni a gettoni, foto sviluppate su rullino e una deliziosa vita lenta da cartolina d’altri tempi.
Chi dice e chi tace
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6. “Tangerinn” di Emanuela Anechoum (E/O)
Un altro esordio molto celebrato e premiato, Tangerinn di Emanuela Anechoum (Edizioni E/O) che ci narra di fughe e ritorni, ma soprattutto di cosa significa “essere figli” e dell’importanza delle radici. La protagonista è Mina, una ragazza di trent’anni che si è trasferita a Londra e cerca sé stessa attraverso l’indipendenza e il cosmopolistismo che le garantisce la nuova vita nella City. La narrazione si muove su un duplice piano, mescolando passato e presente: da un lato c’è l’emigrazione di Mina nella capitale inglese, dall’altra c’è l’identica emigrazione - avvenuta molti anni prima - di suo padre Omar dal Marocco all’Italia. La morte improvvisa del padre costringerà Mina a tornare a casa, ovvero nel luogo da cui è fuggita: il legame con il padre, tuttavia, continua a dipanarsi nel ricordo e in una duplice ricerca.
Entrambi, Mina e Omar, sono migranti per scelta, spatriati alla ricerca di un futuro migliore e di una nuova vita che aderisca alle loro aspettative: le loro fughe dialogano attraverso il tempo, immergendoci in paesaggi esotici e inattesi, sempre in bilico tra il dolore dell’abbandono e la ricerca di un’identità ancora da definire.
Tangerinn
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Avete altri consigli di lettura sulle scrittrici italiane da leggere quest’estate? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 6 libri di scrittrici italiane da leggere quest’estate
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L’ostracismo verso le autrici italiane è un dato di fatto di molti anni. Basta guardare dall’ Ottocento in poi quando le donne hanno voluto imporsi come professioniste ’di penna’. Carolina Invernizio, regina del giallo thriller dell’epoca è stata dai suoi contemporanei additata nei modi peggiori nonostante il suo successo tra il pubblico e così il nome e le opere di tante altre sue colleghe contemporanee e future. Di Carolina Invernizio sto leggendo Pia de’Tolomei, tra i primi romanzi storici italiani di recente ripubblicazione.
Tra le fantastiche scrittrici menzionate non si può non menzionare Nicoletta Verna che con I giorni di vetro mi ha letteralmente sconvolta (e incantata).