Livorno Rosso Sangue. Botteghi e l’ultimo viaggio della Adelina
- Autore: Diego Collaveri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Livorno Rosso Sangue. Botteghi e l’ultimo viaggio della Adelina (Fratelli Frilli, 2024) è la settima avventura del commissario Botteghi, oramai entrato nel mio cuore assieme alla sua citta: Livorno.
Il ritorno di questo personaggio in libreria è per me un appuntamento fisso e, anche questa volta, non mi ha delusa.
L’omicidio di un sub, con alle spalle un traffico di antichità, è il punto di partenza di questa nuova indagine del commissario. Il corpo è stato ritrovato vicino alla foce del canale che segna lo spartiacque tra la provincia di Livorno e quella di Pisa, una terra di confine abbandonata a se stessa che ho trovato molto affascinante.
Indagando sul passato della vittima, Botteghi approda a un mistero legato al Risorgimento italiano, nascosto dietro al vincolo di amicizia e stima che legava il grande Giuseppe Garibaldi all’eroe livornese Andrea Sgarallino.
Ho particolarmente apprezzato la sottile similitudine cromatica del titolo con il colore delle divise dei garibaldini.
La particolarità dei libri di Diego Collaveri, autore che stimo da tempo, è sempre quella di andare a ripescare piccole perle meno conosciute della storia della sua città, Livorno, incastonate in quella nazionale e da lì costruirci tutta la struttura del romanzo. In questo caso, Collaveri ha tirato fuori dal cilindro la diversione di Zambianchi, una manovra secondaria avvenuta in parallelo con la spedizione dei Mille, approfondendo questo fatto meno noto.
La trama prosegue incentrandosi sullo scoprire se veramente questa operazione, che si rivelò un fallimento, in realtà non nascondesse ordini ben precisi affidati da Garibaldi a Sgarallino, quando un altro omicidio scompiglia le carte in tavola.
Il corpo di un chimico serbo viene ritrovato vicino alla zona interportuale: sul suo corpo vengono rinvenute tracce di metanfetamina, le medesime che erano state scoperte sulla tuta del sub.
L’indagine sembra dividersi su due binari, quello storico e quello del traffico di droga, alla ricerca di un punto di contatto tra questi mondi così distanti. L’intreccio nascosto tra i due omicidi, all’inizio disgiunti ma poi ben legati l’uno con l’altro, intrisi del fatto storico di cui sopra, diverrà un vortice in cui Collaveri riesce sapientemente a risucchiarci.
A impreziosire il tutto, l’autore mette in scena un nuovo personaggio che davvero ho amato sin dalle prime battute. Clara Spencer, detective internazionale di un’agenzia privata dalla ipnotica bellezza; una figura continuamente in bilico tra simpatia/antipatia, bene/male, positivo/negativo, che ci accompagnerà con il costante dilemma (il medesimo che turba anche il povero commissario) se sia amica o nemica. Ritengo che in Clara ci sia, in modo molto marcato, il tratto più distintivo di tutti i personaggi di Collaveri, cioè che questi oscillino sempre tra luce e oscurità, senza mai avere una identificazione netta.
Per me Clara esce talmente tanto tra le pagine da poter essere considerata a tutti gli effetti una vera e propria protagonista della storia, con la sua ambiguità e tutto il mistero che racchiude. Il romanzo è veramente scorrevole, l’ho divorato in pochissimo tempo, anche perché non riuscivo a staccarmici.
La cosa che più mi ha colpito è l’aver percepito da parte dell’autore la volontà di andare oltre, concentrandosi molto su sensazioni e riflessioni. Una scrittura matura che, molto di più rispetto ai precedenti romanzi, si prende i suoi tempi per scavare a fondo nel personaggio, nei suoi ricordi, nelle sue elucubrazioni, trasmettendone in modo tangibile sia la ruvidità che la dolcezza interiore.
Attraverso gli occhi del suo personaggio, Collaveri parla in modo diretto al lettore, pizzicandone le corde più profonde con sensazioni e temi di un linguaggio universale. Non mancano i colpi di scena, specie affettivi (ammetto che mi sono commossa in diversi momenti), perché non sarebbe un romanzo di Botteghi se la sua sfera emotiva non venisse continuamente stravolta e lui non dovesse confrontarsi con situazioni e demoni che sono un po’ quelli di tutti noi.
Concludo consigliando assolutamente la lettura di questo romanzo, sia ai vecchi affezionati di Botteghi come me, sia a quelli che vogliono conoscerlo per la prima volta. All’autore recrimino solo la brevità del romanzo, perché veramente alla fine ti resta la voglia di averne ancora e ancora di più, ma mi rendo conto anche delle mille chiavi di lettura che ha inserito tra le righe di una storia talmente densa, sotto ogni punto di vista, da istigarne numerose riletture.
Livorno rosso sangue. Botteghi e l'ultimo viaggio della Adelina
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Un libro perfetto per...
Adatto ai lettori del genere noir e storico, strizzando l’occhio a un pubblico più vasto.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Livorno Rosso Sangue. Botteghi e l’ultimo viaggio della Adelina
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