Lo Stretto del lupo di Olivier Truc

Il folle girotondo in mare delle renne diventa un caso di polizia

Un uomo in blu, una giovane collega bionda. Sono Klemet Nango e Nina Nansen, pattuglia P9 della Polizia delle Renne, incaricata di controllare il territorio della Lapponia norvegese e le rivalità tra gli allevatori di etnie diverse. Lui è l’unico poliziotto Sami, il popolo dell’area lappone, nell’area più settentrionale di Svezia, Norvegia e Finlandia. Lei viene dal Sud ed è al primo incarico dopo l’Accademia. Ritornano i protagonisti del romanzo d’esordio (“L’ultimo Lappone”, Marsilio, 2013) di Olivier Truc, giornalista francese cinquantenne che lavora a Stoccolma come corrispondente di quotidiani e settimanali francesi e ha fatto propri gli scenari del giallo scandinavo.
Il nuovo titolo è “Lo Stretto del lupo”, sempre nelle Farfalle Marsilio (430 pagine 18,50 euro), che si apre con una morte e un omicidio e soprattutto con la corsa suicida di un branco di renne.

Stretto del Lupo, Mare di Barents, 22 aprile: 17 ore e 44 minuti di luce, un enorme progresso rispetto ai quaranta giorni di buio totale a dicembre. È primavera nell’estremo Nord, un prolungamento dell’inverno davanti all’Oceano Artico, ma meno freddo. Qualche notte la temperatura non scende sotto i 5 gradi sotto lo zero.
Renne dovunque. Esemplari in libertà perfino negli abitati e il sindaco di Hammerfest che dà di matto. Non le vuole vedere in giro, mangiano tutto e devastano. Nella buona stagione, diverse mandrie che hanno svernato nella tundra interna della Lapponia tornano ai pascoli estivi sulla costa settentrionale, anche sulle isole. Alcuni esemplari passano a nuoto e non è raro che anneghino. Mai però si erano viste inscenare il folle girotondo in acqua che scatena un mulinello infernale. Molte sono attirate nel gorgo e nella ressa viene travolto Erik Seggio, un giovane allevatore. A Nina tocca dare la notizia della disgrazia alla moglie, la candida Anneli.
Viene denunciato un furto di renne e soprattutto viene ritrovato morto il sindaco, caduto da una rupe sacra, nei pressi del luogo dell’incidente di Erik. È il primo di una serie di decessi bizzarri.

Giovedì 12 maggio, il sole sorge alle 0,42 e non tramonta: 12 ore e 18 minuti di luce (all’opposto, martedì 11 gennaio si leva alle 11,14 e cala alle 11,41, solo 27 minuti di luce). Come d’abitudine nei romanzi di Truc, l’inizio dei capitoli scandisce l’arco temporale e quello solare. Ci si rende conto della straniante escursione estrema alle latitudini estreme.

In una primavera fradicia d’acqua, alla tradizionale rivalità locale tra pescatori e allevatori si aggiunge una nuova categoria come terzo incomodo: i sommozzatori. Sono attratti in zona da un progetto di sfruttamento degli idrocarburi in mare. Prevede lavori nelle profondità marine, riservati a un nucleo di specialisti di varia nazionalità. Tra loro, un sami che si è dedicato a un’attività insolita per un popolo nomade: quella subacquea, ben pagata ma indiscutibilmente rischiosa. È per questo che Nils Sormi, sub di punta della Artic Diving, è spesso ubriaco quando non lavora, quaranta metri sotto, a saldare tubi per la Future Oil. È un ragazzo che ama il rischio, sempre pronto a fare qualcosa in più, sconsiderato e aggressivo. A Klemet non va per niente a genio, trova il suo atteggiamento inaccettabile. Per Nina è insopportabile, ma anche irresistibile.
Un allevatore che annega in maniera forse sospetta, una caduta più che sospetta, una città troppo affollata, un mondo che ne scaccia un altro, una roccia sacra troppo ingombrante. L’industrializzazione dei luoghi pretende lo spostamento dell’antico sito inviolabile dei sami, per consentire la costruzione di una strada lungo lo stretto. Ad Hammerfest, le compagnie petrolifere norvegesi e americane esercitano un pressing asfissiante sulla città. Il terreno edificabile è ambito, si scatenano altri conflitti, come se non bastassero quelli che già covano sotto la cenere.
Nina è turbata. I sub le ricordano il padre, disperso in mare durante la sua infanzia. Un episodio oscuro, senza spiegazione, che torna a tormentarla.

Dal passato affiorano un codice codice d’onore e una catena di vendette: una faida nel grande Nord, una rete oscura di vendette.