Molti scrittori si sono caratterizzati per il legame forte con un luogo fisico, sia esso fittizio, vedasi Camilleri che ambienta gran parte delle sue storie nell’immaginaria Vigata, sunto delle sue esperienze in vari luoghi reali della natìa Sicilia sia al contrario reale.
James Joyce è caratterizzato da un particolare legame spirituale con la città che gli dette i natali nel 1882: Dublino.
Alle origini una sorta di conflitto edipico: la città è vista dallo scrittore come madre-matrigna, forse amata perché genitrice ma poi ripudiata perché incapace di nutrire i suoi figli.
Ecco che Dublino appare quindi come luogo della memoria, descritta in maniera quasi maniacale da Joyce in tre sue opere principali, ma sempre la descrizione non si limita a un mero dettaglio descrittivo bensì a un particolare spunto per dare una stura di ricordi al personaggio di turno.
Si pensi a Gente di Dublino: i luoghi della città sono connessi con le età, gli atteggiamenti, gli stili di vita di ogni protagonista. Ad esempio in Eveline, uno dei racconti più noti della raccolta, la stazione e il porto testimoniano lo stato d’animo della protagonista, sono i tipici non-luoghi o terre di mezzo che spiegano il processo di straniamento che porta la ragazza a rinunciare ai suoi iniziali propositi di cambiamento. Stephen Dedalus frequenta una scuola retta dai Gesuiti: apparentemente potrebbe sembrare un particolare importante ma puntiglioso sulla vita del protagonista mentre invece oltre a essere un accenno autobiografico, il dettaglio è un implicito attacco al potere della chiesa il cui pensiero dominante, a detta dell’autore, obnubilava le menti degli abitanti di Dublino e per estensione nell’intera Irlanda, impedendone una fattiva crescita spirituale.
Dedalus e Bloom (ebreo irlandese, figliastro della sua terra) che vagano per la città sono due anime in cerca che chiedono aiuto alla madre città non ottenendo riscatto.
La città assume diverse valenze seguendo lo stato d’animo dei personaggi e questa particolarità contribuisce a renderla protagonista e personaggio tra i personaggi, non essendo mera ambientazione ma rappresentazione di uno stato d’animo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo scrittore e la città: Dublino e James Joyce
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