Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman
- Autore: Stefano Solventi
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Niente a che vedere con la solennità degli hi-fi anni Settanta: il walkman era maneggevole, portatile, colorato e concettualmente pop, una metafora degli anni Ottanta durante i quali diventa oggetto di largo consumo. La simbolizzazione elettronica di un futuro che avanzava in leggerezza apparente e di un passato che si apprestava a passare del tutto. Coniugata all’ascolto minimal delle musicassette, con il walkman la fruizione musicale diventa light, pubblicizzata e mantenuta individuale al contempo attraverso l’isolamento dato dalle cuffiette. Un punto di svolta ontologico, mica soltanto techno design, di pari passo alla svolta elettronica prototipo del nostro presente cellularizzato.
Si intitola Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman il saggio che inaugura la collana "Turning Point" di Jimenez. Scritto dal giornalista musicale Stefano Solventi, il volume è funzionalmente obliquo, meta-significante a partire dalla copertina. Si tratta di un fermo immagine da Il tempo delle mele, teen movie di successo con Sophie Marceau (Vic) e ulteriore emblema del periodo. Nella foto di copertina, uno yuppie (fuori metafora, uno spacciatore di incipienti ipnosi merceologiche?) la induce a indossare le cuffie di un lettore di musicassette portatile, un gesto quasi iniziatico.
Così Solventi descrive mirabilmente la scena, a pagina 9 del suo saggio:
Siamo all’alba degli Ottanta. La ragazza, come dicevo, balla. Balla con un amico che forse è un po’ più che un amico. Lui indossa camicia e cravatta, ha l’aspetto, i modi e la disinvoltura di un rampollo dell’alta borghesia. La ragazza, dal canto suo, è bella. Di una bellezza semplice e incompiuta, ancora immersa nella linea d’ombra della pubertà, il corpo esile attraversato da una specie di elettricità ormonale, il caschetto dei capelli scuri che schiaffeggia un ovale sospeso tra ingenuità e impertinenza. D’un tratto la ragazza smette di ballare, si avvicina al banco delle bibite. Beve. Alle sue spalle vediamo avvicinarsi l’amico di prima. La ghermisce da dietro brandendo un paio di cuffiette che – con morbidezza rapinosa – pone sulle sue orecchie ignare. L’espressione di lei si congela e il rock’n’roll svanisce, sostituito bruscamente da una ballata dolciastra.
Si tratta di Reality, il tormentone iperglicemico di Richard Sanderson che dallo schermo alle classifiche di vendita spopolerà di lì a breve. Vic sorride (come Eva sorrise al serpente nel paradiso terrestre) e comincia a ballare il lento che soltanto lei può sentire. L’amico la segue a ruota nella danza, in quanto già preso dalla walkman-mania. In questa sequenza lo sguardo di Vic è dunque portatore di una traslazione: dall’innocenza inquieta della prima adolescenza alle novità di un mondo che Stefano Solventi racconta in modo efficacissimo.
Non soltanto teoria e prassi della rivoluzione auditiva veicolata dall’apparecchio elettronico, ma anche i transfert sociali - dall’austerità degli anni Settanta alla rutilante euforia degli Ottanta -, il pubblico e il privato, il cinema, i luoghi e i non-luoghi nel quale matura il passaggio dal vecchio al nuovo. Individuato cioè il turning point nello sguardo di un’allora giovanissima Sophie Marceau, la narrazione di Solventi si declina per stazioni permeabili che vedono l’ascoltatore da stanziale diventare itinerante, di pari passo agli ulteriori progressi (?) tecnologici - dai walkman ai lettori Mp3 agli smartphone - che consolidano l’immateriale e l’agonia su vasta scala dell’ascolto in alta fedeltà.
Sarà pur vero che ognuno di noi percepisce una realtà diversa, prodotta dal complesso delle precedenti esperienze, dalle peculiarità psico-fisiche e dalla situazione contingente, ma l’effetto walkman enfatizza questa percezione, la rende manifesta, la sancisce. E ciò vale tanto per l’ascoltatore incuffiato che per quelli che lo circondano e a loro volta lo percepiscono come in quanto ascoltatore.
Divagando funzionalmente su film e serie tv (Strange Days, Pretty Woman, Stranger Things), ricordi personali e interpretazioni sociologiche, Lo sguardo di Vic diventa, in ultima analisi, un’indagine sull’oggetto walkman che ha cambiato il modo di essere ascoltatori e al tempo stesso un tentativo di arrivare alla genesi dei meccanismi che dettano le regole di una contemporaneità iperconnessa, esposta a Big Data e profilazione.
L’analisi narrativa di Stefano Solventi è equidistante: il suo libro avvia, come meglio non si potrebbe, una collana che si annuncia originale.
Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman
Lascia il tuo commento