Lord Jim di Joseph Conrad

Nella vita di ognuno esiste un momento particolare, un breve istante durante il quale siamo costretti a compiere una scelta che può risultare fondamentale per il nostro benessere o per la nostra totale rovina: è la visione conradiana di quella cruciale linea d’ombra attraverso la quale, nella maggior parte dei casi, si diventa adulti. Succede anche a Jim, eroe struggente e solitario, appena più che ventenne, costretto a decidere se compiere o meno un salto, il salto più importante della sua esistenza.
In “Lord Jim”, romanzo del 1900, Joseph Conrad narra la storia di un uomo perseguitato dai sensi di colpa, per fuggire ai quali si sposta sempre più verso Oriente, in cerca di quella pace che, pur assaggiata nel lussureggiante Borneo, gli verrà irrimediabilmente strappata dalle mani. Jim è in fuga, dalla famiglia e dalla patria, colpevole di aver preso la decisione sbagliata nel momento della prova, e non riesce a perdonare sé stesso, preferendo l’esilio volontario e l’oblio, deciso a non meritare una seconda possibilità. È Marlow a raccontarci la sua storia, un racconto nel racconto che ci regala un’immagine di Jim come l’ultimo autentico romantico perseguitato dal caso e dal suo passato, e che ci porta inevitabilmente a tifare per lui. Un protagonista straziato e straziante, per il quale non esiste redenzione perché è proprio lui a non volersela concedere, metafora di tutti i limiti che riteniamo di non poter superare. Un romanzo pieno, commovente, che fa stringere forte i pugni, una grande avventura scritta magistralmente da un grande scrittore. Imperdibile.

“Forse la verità è che non si può seppellire lo spettro di un fatto. Si può affrontarlo o evitarlo – e ho anche conosciuto un paio d’uomini capaci di strizzar l’occhio ai propri fantasmi familiari. Jim, ovviamente, non era di quelli che strizzano l’occhio; io però non ho mai saputo decidere se la sua linea di condotta consistesse nell’evitare il proprio spettro o nell’affrontarlo."