Bompiani edita “Luce rubata al giorno” (2019, pp. 240, 17,00 euro) brillante e dirompente romanzo d’esordio di Emanuele Altissimo, nato a Torino nel 1987.
“Nove mesi dopo che mio fratello se n’era andato ricevemmo una telefonata”.
Incentrato sul rapporto tra due fratelli, Diego e Olmo, l’autore nella sua folgorante opera prima tratta, con delicatezza e partecipazione, un tema che è tabù nella nostra società: la malattia mentale. Ed è la montagna che osserva il dramma che si svolge durante un’estate in un luogo simbolico, quella baita che i genitori di Diego e Olmo avevano acquistato prima di morire.
I miei personaggi li ho immaginati come dei giganti. Diego è un gigante incapace di farsi bastare il suo mondo, che sogna di scalare le montagne e prendersi il cielo. Ma soprattutto lo sono Olmo e il nonno. Giganti sono coloro che guardano in faccia il dolore senza più scuse. Che accettano dolori per i quali non c’è consolazione
Così ha dichiarato il talentuoso Altissimo, che si è laureato con una tesi su David Foster Wallace e ha frequentato il biennio di Scrittura Creativa nella Scuola Holden.
Tra i tanti volumi in uscita in questo inizio di 2019, “Luce rubata al giorno” si fa certamente notare per la forza narrativa espressa e per la convincente caratterizzazione dei personaggi, le cui vicende inducono il lettore a più di una riflessione e a una sola ma precisa domanda: quanto dolore un essere umano è disposto a sopportare in cambio dell’amore? Di seguito scopriamo qualcosa in più sulla trama del libro.
Anche nelle mie notti c’è posto solo per mio fratello. Lo seguivo mentre si allontanava nell’oscurità, gli correvo dietro. Lo tiravo per una spalla e urlavo la mia rabbia con la voce amplificata degli incubi. Lui però non rispondeva mai. Restava fermo con un sorriso spaventoso.
È un’estate che segnerà radicalmente le loro esistenze quella che si apprestano a vivere Diego, Olmo e il nonno. Un’estate da trascorrere in alta montagna, nella baita di famiglia, circondati da un panorama che dovrebbe quietare anche le anime più inquiete. Ma qualcosa accade. Solo Olmo si accorge che Diego pian piano sta scivolando in un mondo tutto suo, dove nessuno, neanche i suoi cari, può raggiungerlo. Eppure Olmo darebbe tutto ciò che possiede per salvare suo fratello maggiore.
In ingegneria civile e in meccanica si parla di “tensione ammissibile”, cioè il punto massimo di sforzo cui si può sottoporre un edificio prima che collassi. Non è quindi un caso se giorno dopo giorno Olmo stia costruendo un modellino dell’Empire State Building, il cui originale nel luglio del 1945 sopravvisse all’urto di un Bomber B-25 che costò la vita di 14 persone. Ma qual è la “tensione ammissibile” per un nucleo famigliare?
Tornerà disse il nonno. E ci troverà qui ad aspettarlo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Luce rubata al giorno": in libreria il romanzo d’esordio di Emanuele Altissimo
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