Lucia nel tempo di Napoleone
- Autore: Andrea di Robilant
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2008
“Quando ero bambino, mi capitava di sentire mio nonno parlare di Lucia Mocenigo, Lucietta come tutti la chiamavano e come lei stessa si firmava, la mia quadrisnonna veneziana”.
È il Prologo del “Ritratto di una grande veneziana”, come recita il sottotitolo della biografia che l’autore dedica alla sua antenata ("Lucia nel tempo di Napoleone"). Lucia Memmo (Venezia 1770 – Venezia 1854), figlia del diplomatico Andrea figura di spicco dell’Illuminismo veneziano.
Andrea Di Robilant rivela che è stata una grande statua di Napoleone situata nell’androne di Palazzo Mocenigo a Venezia a suscitare il suo interesse nei confronti della quadrisnonna.
Lucietta non sapendo dove collocare quell’opera d’arte così ingombrante, commissionata da suo marito Alvise Mocenigo (Venezia, 10 aprile 1760 – Venezia, 24 dicembre 1815), quando l’impero napoleonico era ancora al suo apice e che avrebbe dovuto ornare la piazza centrale di Alvisopoli, comunità agricola modello in terraferma, l’aveva temporaneamente sistemata in un angolo dell’androne ma “Due secoli dopo, si trova ancora lì”. Quella statua di marmo pregiato alta quasi quattro metri nella quale Napoleone è rappresentato con una toga romana e il braccio sinistro proteso come a indicare un futuro luminoso, è tutto ciò che rimane delle proprietà della famiglia a Venezia. Infatti, il nonno dell’autore che aveva ereditato la fortuna dei Mocenigo all’inizio degli anni Venti e aveva liquidato a poco a poco il palazzo (oggi un elegante condominio sul Canal Grande) e i suoi tesori per “finanziare uno stile di vita spensierato”, non era riuscito a sbarazzarsi della statua che aveva tanto colpito la fantasia di Robilant.
Curioso di cercare tracce di Lucietta, il giornalista/scrittore tra le carte del padre aveva trovato decine di lettere scritte da Lucietta ad Alvise nel corso del loro lungo fidanzamento, che offrono una ricca documentazione sui retroscena dei matrimoni combinati tra antiche famiglie dell’oligarchia veneziana. Ma era stato soprattutto grazie alla scoperta di un ricco epistolario nell’Archivio della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, 1500 lettere redatte nel corso di mezzo secolo all’amata sorella minore Paolina, che lo scrittore aveva iniziato a comprendere la personalità di Lucietta. Prima di iniziare a scrivere la biografia restava solo di dare un volto alla sua antenata, il cui fascino era ormai padrone del cuore dell’autore. Il ritratto di Lucietta a sedici anni dipinto da Angelika Kauffmann nel suo atelier romano, il cui particolare appare nella copertina del volume e del quale la stessa Lucietta faceva menzione al suo fidanzato in una lettera, era ora di proprietà, dopo alterne vicende, di Simon Houfe. Quest’ultimo, era nipote ed erede dell’architetto e collezionista dal gusto eclettico Sir Albert Richardson, il quale alla vigilia di Natale del 1936 si era assicurato il quadro “per una modestissima somma” dalla Agnes & Co.
Nel 2005 durante un viaggio a Londra, lo storico di Robilant si era recato ad Ampthill, nel Bedfordshire, per conoscere finalmente il vero volto di Madame Mocenigo andata sposa giovanissima al politico e imprenditore Alvise, la cui famiglia era una delle più influenti e ricche del patriziato veneziano. Ecco quindi Lucietta: sorriso dolce, occhi di un blu così scuro da sembrare neri, labbra color melograno, seno generoso, lunghi riccioli biondo castani illuminati dagli orecchini d’oro. Il tutto avvolto da una mussolina bianca e leggera dalla quale “sprigionava una voluttuosa energia”. Ora la stesura della biografia poteva iniziare.
“Andrea Memmo ambasciatore della Serenissima presso gli Stati Pontifici, era in visita a Napoli con le figlie Lucietta e Paolina durante il Carnevale del 1786...”.
Coinvolgente la storia dell’esistenza di Lucietta, nata da una famiglia patrizia con radici antichissime ma da tempo in declino economico come la Serenissima allora “soffocata da un’oligarchia chiusa e da istituzioni politiche sclerotizzate”. Nella sua lunga vita, poté assistere in prima fila al crollo della millenaria Repubblica di Venezia, alla Rivoluzione Francese, all’ascesa, alla gloria e alla débacle di Napoleone Bonaparte (Lucietta fu grande amica e confidente di Josephine Beauharnais) e alla successiva Restaurazione.
Lucietta morì nel marzo 1854, un mese prima del suo ottantaquattresimo compleanno, donna tanto amabile quanto passionale fu ricordata nella famiglia Mocenigo per aver affittato a Lord Byron il piano nobile del palazzo sul Canal Grande nel giugno del 1818.
La tomba di Lucietta che si trovava presso il cimitero comunale di San Michele non esiste più, distrutta un secolo fa dai lavori di allargamento del bacino d’approdo, ma nel parco dell’ex “disgraziatissima tenuta” di Alvisopoli, ora gestito dal Wwf, fiorisce spontaneamente a primavera una rosellina bianca e rosa, variante di quella rosa multiflora che Lucietta aveva preso a Parigi nel 1814.
“I giardinieri non ne conoscono l’origine e la chiamano rosa moceniga”.
È quanto mai significativo riscoprire Lucietta Mocenigo rievocata dalla penna elegante dell’autore nel giorno dedicato alla lettura. Oggi, giovedì 23 aprile, in tutta Italia è di scena l’iniziativa “#ioleggoperché“ organizzata dall’AIE (Associazione Italiana Editori), il cui scopo è
“stimolare chi legge poco o chi non legge, cioè ben più della metà degli italiani. Abbiamo deciso di incuriosirli, con l’aiuto dei lettori. Vogliamo mettere al centro di questa iniziativa i libri, le persone, tutte le istituzioni che hanno a cuore la lettura e, in generale, la cultura“.
Sono stati scelti 24 titoli, stampati in 10mila copie per ognuno e affidati a dei “Messaggeri“, il cui compito è consegnare i libri in ogni luogo.
Lucia nel tempo di Napoleone. Ritratto di una grande veneziana
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