Luna guardiana 1784
- Autore: Piero Pelliccioni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Una nota legge fisica enuncia che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Applicando questo principio all’uomo possiamo credere che le anime spirituali chiudano il proprio cerchio nell’arco di diverse esistenze, viaggiando attraverso la trasmigrazione nei corpi da un’epoca all’altra. Numerose pubblicazioni trattano questo tema, come il noto saggio di Brian Weiss ‘Molte vite un solo amore’ citato anche dall’autore.
Luna guardiana 1784 di Piero Pelliccioni, pubblicato da Edizioni Leucotea nella collana Project, narra proprio di questo viaggio nel tempo.
Antonio, nato a Napoli nel 1957, è il protagonista che attraverso i sogni e sotto l’influenza di una Luna millenaria, ‘guardiana’ e complice, recupera in memoria il quadro delle vite passate con le quali la sua consapevolezza raggiunge i massimi livelli… Se non fosse che conservare ‘troppa memoria’ rappresenti anche una sorta di prigionia, rimanendo legati a doppio nodo con le questioni irrisolte di ogni esistenza passata.
Un sogno ricorrente, in particolare, lo preavverte sin dalla tenera età di un incontro che sembra segnato nel proprio destino, influenzando tutta la vita del protagonista in una continua irrequietezza alla ricerca del suo significato.
Un altro sogno ambientato a Napoli nel 1784 gli svela l’origine della sua inquietudine: il Grande Amore trovato e ben presto perso in circostanze violente. Antonio riconosce i protagonisti della vicenda sognata, in sé Fennak e successivamente in Carlina, una collega di lavoro, la sua Femhira.
Femhira prima e Carlina dopo - come se la precedente esperienza avesse lasciato i segni indelebili di un destino funesto - è vittima dei ‘demoni’ incarnati dal Conte Ludovico e dal crudele Osvaldo nel 1784 e, nella vita attuale, vittima dell’incapacità di scegliere la via della felicità nonostante questa appaia così vicina e raggiungibile, diventando carnefice di se stessa.
Mentre Antonio sembra incastrato nel suo doloroso destino, incapace di essere felice con donne che non siano la Femhira cercata dal lontano 1784, il suo matrimonio va alla deriva con tutto il conflitto interiore che ne consegue nei confronti della figlia Rachele, e la sua esistenza costretta a toccare gli abissi della propria coscienza. Il tema del dolore viene trattato anche rispetto alla perdita delle persone care dove, nonostante il tema triste, viene lasciato un dispaccio di speranza: se si rinasce prima o poi ci si ritrova.
Il sogno che accompagna Antonio dall’infanzia avrà il suo epilogo e il messaggio sembra essere chiaro, portando alla considerazione finale che la vita merita di essere vissuta sempre con nuovi occhi.
Dall’atmosfera particolarmente magica un paio di brevi capitoli dove i sogni di Antonio toccano la sfera della gioia innata e selvaggia, probabilmente esistenze che danno tregua al dolore del protagonista, perché dove insiste l’autenticità della natura – che sia animale o umana - non c’è spazio per la malvagità e l’errore, e tutto è vita ed equilibrio.
Infine, l’analisi psicologica dei personaggi effettuata dall’autore e le riflessioni meta testuali che chiudono il romanzo consentono alla storia personale di Antonio di acquistare carattere universale, nella quale diventano riconoscibili i diversi aspetti della coscienza umana nel gioco sottile delle vite.
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