Ma che belle parole! Luciano Rispoli. Il fascino discreto della radio e della TV
- Autore: Mariano Sabatini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Ma che belle parole! Luciano Rispoli. Il fascino discreto della radio e della TV (Ed Vallecchi Firenze 2022) di Mariano Sabatini è dedicato al celebre conduttore radiofonico e televisivo Luciano Rispoli, autore televisivo, oltre che ex direttore del Dipartimento Scuola Educazione della Rai, nato novant’anni fa a Reggio Calabria, il 12 luglio 1932, e morto a Roma il 26 ottobre 2016.
Chi è l’autore Mariano Sabatini
Mariano Sabatini, scrittore e giornalista nato a Roma nel 1971, ha scritto per i maggiori quotidiani, periodici e web, firmato programmi di successo (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno Mattina”, “Campionato di lingua italiana”) per la Rai, Tmc e altri network nazionali. Ha condotto rubriche in radio e continua a frequentare gli studi televisivi come commentatore.
Dal 2001 ha scritto diversi libri di carattere saggistico, tra cui “Scrivere è l’infinito” (Vallecchi, 2021) e una fiaba dal titolo “Una cagnolina non vola mica” (Chiaredizioni, 2021). “L’inganno dell’ippocastano” (Salani, 2016) è il suo primo romanzo, che si è aggiudicato il premio Flaiano e il premio Romiti Opera prima 2017 ed è tradotto nei paesi di lingua francese. A questo ha fatto seguito “Primo venne Caino” (Salani, 2018), sempre con protagonista Leo Malinverno – giornalista investigatore.
Il libro su Luciano Rispoli
“… la televisione è un’arpa dalle molte corde e tutte devono vibrare”.
Mentre leggiamo le pagine, dove l’autore ricorda la vita e la carriera di “un protagonista indiscusso della storia della radio e della TV”, sorge spontanea la domanda su cosa avrebbe pensato Luciano Rispoli della televisione di oggi, così diversa dal suo modo di porsi e di presentarsi davanti alla telecamera con fare cortese, garbato e signorile. Ecco perché manca molto allo sguaiato, urlato, e scortese piccolo schermo contemporaneo una figura di riferimento come Rispoli, il quale lungo l’arco della sua carriera intuì il talento di personaggi del calibro di Maurizio Costanzo, Gianni Boncompagni, Paolo Villaggio, Raffaella Carrà, Paolo Limiti e molti altri. Un pioniere dunque, anche questo fu Luciano Rispoli per il quale nel lontano 1985, un quattordicenne Mariano, provò “un colpo di fulmine bello e buono”. Catturato dalla sigla di “Parola mia”, uno dei programmi di maggiore successo, brillante quiz sulla lingua italiana, che ben coniugava intrattenimento e divulgazione culturale. All’adolescente Mariano, divoratore seriale come lettore di libri, sembrò di tornare a casa, in un luogo conosciuto a lui soltanto, sconosciuto ai più. I concorrenti erano come dire, amabilmente “giudicati” dallo storico della lingua Gian Luigi Beccaria, fin da subito diventato personaggio cult della tv. Per capire la differenza tra ieri e oggi, basti pensare che da anni al posto di “Parola mia” va in onda “L’eredità”, fondato
“sulla bieca fortuna, la sveltezza, la furbizia, nel migliore dei casi sul nozionismo di stampo enigmistico”.
“Ma che belle parole!”, esclamava un entusiasta Rispoli per commentare le dissertazioni linguistiche del Prof Beccaria. Da lì nacque la passione di Sabatini per la lingua italiana, che sarebbe diventata lo strumento del suo mestiere. Finalmente, solo nel marzo del 1994, il nostro eroe avrebbe avuto l’occasione di conoscere il suo mentore. Spassose le pagine dove Sabatini rievoca la telefonata con Rispoli, il quale con voce nasale e fonda esclamò:
“Ma io la conosco!”.
Il libro è un tuffo nella memoria per i lettori over cinquanta, pensiamo alla trasmissione “Tappeto volante” (tra gli autori anche Mariano Sabatini) andata in onda su Telemontecarlo e altre reti dal 1993, padroni di casa il “Signore dei salotti televisivi” Luciano Rispoli e Melba Ruffo di Calabria, al pianoforte la bravissima Rita Forte. Ma il testo è anche un’ottima occasione per le giovani generazioni per scoprire e conoscere uno dei padri fondatori della televisione pubblica italiana, il cui apporto alla Radio fu fondamentale e innovatore. Infatti, il nome di questo “Gentleman della TV” resta legato a trasmissioni che hanno segnato la storia della Rai (Bandiera gialla - 1965, Gran varietà - 1966, La corrida - 1968, Chiamate Roma 3131 - 1969).
“Sto raccogliendo a piene mani i frutti di uno stile televisivo, nel quale sono sempre state presenti in modo più o meno esplicito intenzioni educative se non didattiche. Una televisione gradita a un’Italia composta, mai chiassosa o, peggio ancora, fanatica”.
Ma che belle parole! Luciano Rispoli Il fascino discreto della radio e della TV
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