A consacrarla fu Voltaire che la definì l’inventrice del romanzo moderno. Stiamo parlando di Madame de La Fayette, la protagonista della scena letteraria del Seicento con il suo romanzo capolavoro La principessa di Clèves.
A lei dobbiamo anche l’affermazione della libertà femminile in un secolo in cui le donne non avevano molta voce in capitolo nel decidere la loro storia. La trama della Principessa di Clèves, considerato il primo romanzo psicologico francese, è sotto certi aspetti sconcertante: la protagonista confessa al marito di amare un altro uomo, ma non consumerà mai il tradimento, anzi, alla morte del coniuge, sceglierà di propria volontà di ritirarsi in convento lontana dal chiasso dell’esistenza mondana. Una scelta certo non usuale, ma consapevole: per la prima volta una protagonista femminile metteva al centro sé stessa, sceglieva sé stessa, la propria libertà, invece dell’amore.
Il libro fu pubblicato nel 1678, sotto anonimato, e divenne in breve tempo un caso letterario - molto discusso nei salotti parigini - tanto da costringere la stessa autrice a rivelare la propria identità.
Chi era Madame de La Fayette
Le donne non scrivevano nel Seicento; o meglio le donne scrittrici non avevano una bella fama ed erano costrette a mascherarsi dietro nom de plume o pseudonimi maschili. Lo stesso fece Madame de La Fayette, nata Marie-Madeleine Pioche de la Vergne, in una piccola famiglia della nobiltà francese. Suo padre era un soldato di ventura che viveva al servizio del potente cardinale Richelieu; mentre sua madre era figlia del medico reale. Alla morte del marito, la madre di Marie decise di risposarsi con Renaud de Sévigné, zio della scrittrice Marie de Sévigné; l’incontro con quest’ultima avrebbe iniziato Madame de La Fayette alla scrittura e, soprattutto, a una visione del femminile moderna e fuori dai canoni. Come usavano le convenzioni del tempo, la stessa Marie-Madeleine fu data in sposa, ancora giovanissima, al conte de La Fayette, François Motier, che aveva il doppio dei suoi anni. Fu un matrimonio singolare: Madame de La Fayette infatti si adattò ai suoi “doveri di moglie” e dette al Conte due figli, ma successivamente stabilì che lei e il marito dovessero vivere due esistenze separate. Lasciò François Motier nella sua nobile dimora in campagna e lei si trasferì a Parigi dove iniziò a frequentare i salotti letterari della città.
Divenne amica degli scrittori del tempo, tra cui François de La Rochefoucauld, con il quale stabilì una grande intesa. Si chiacchierava di un legame affettuoso tra i due; ma pare non ci fosse nulla più di una grande amicizia. Madame de La Fayette, contro i pregiudizi del suo tempo, era una donna libera.
Venne ammessa come dama alla corte di Enrichetta d’Inghilterra (di cui avrebbe scritto la biografia storica, Storia di Enrichetta di Inghilterra) e non lasciò mai più Parigi, vi rimase fino alla morte.
Nella sua intensa vita sociale era una presenza fissa nei salotti letterari, presto ne aprì uno lei stessa frequentato dai maggiori intellettuali dell’epoca. Uno degli ambienti frequentati da Madame de La Fayette era il salotto delle Preziose di Madame de Rambouillet, dove le nobildonne avevano abitudine di discutere soprattutto di sentimenti e temi amorosi: si riunivano nella camera da letto dove la marchesa le accoglieva sdraiata sul suo grande baldacchino damascato. Parallelamente alle sue riunioni mondane, Madame de La Fayette si dedicava alla scrittura: la sua prima opera fu un libro dedicato alla sua mentore, Marie de Sévigné, che l’aveva iniziata alla carriera letteraria. La pubblicò nel 1659, mentre si dedicava a racconti che avevano al centro donne sposate spesso tentate dal pensiero dell’adulterio. Il suo primo romanzo, La principessa di Montpensier, fu pubblicato nel 1662. Seguì Zayde (1672), firmato con lo pseudonimo di Jean Segrais, un’altra storia con una protagonista femminile in cui la gelosia giocava un ruolo fondamentale nella trama.
Si firmò sempre dietro un nome de plume, come si usava all’epoca, almeno finché le circostanze non le resero necessario rivelarsi. Quel libro di cui si ignorava l’autore, La principessa di Clèves (1678), divenne un autentico caso letterario. Nei salotti di Parigi non si parlava d’altro. L’aspetto più imprevisto, la conseguenza più inattesa del libro, fu che i giornali dell’epoca aprivano dibattiti non politici, ma su temi amorosi. Le Mercure galant chiese ai lettori cosa pensassero della scelta della Principessa di Clèves di confessare al marito l’amore per il duca.
“La principessa di Clèves”, il capolavoro di Madame de La Fayette
Link affiliato
La novità che Madame de La Fayette aveva introdotto nel romanzo era l’introspezione. Per la prima volta una protagonista femminile rivelava al lettore i propri dubbi, segreti, desideri, compiendo un percorso non canonico, diverso dal romanzo tradizionale che, di consueto, si concludeva con il matrimonio della protagonista.
Stavolta al centro della trama c’era una donna sposata, Mademoiselle de Chartres, che si innamorava di un altro uomo e, perdipiù, osava confessare al marito, il signore di Clèves, il proprio amore clandestino per il duca di Nemours. La storia non proseguiva e, soprattutto, non finiva, come chiunque si sarebbe aspettato: dopo la morte del marito la protagonista ha la possibilità di sposare l’amante, il duca di Nemours, ma rifiuta dichiarando di preferir vivere chez elle, presso sé stessa. Tipico di Madame de La Fayette. La scelta suscitò scalpore nei salotti parigini, che non erano avvezzi a storie di tale stoffa: la decisione della protagonista, una donna per giunta, risultava inconcepibile.
Recensione del libro
La principessa di Clèves
di Madame de La Fayette
A una lettura più attenta (e moderna) invece comprendiamo che Madame de La Fayette ci ha condotto in un’attenta analisi dei moti interiori della sua protagonista: il suo scopo non è scegliere l’amore di un uomo, ma il rispetto di sé stessa, la propria libertà. Nel finale Mademoiselle de Chartres capisce che non vuole l’amore, se questo comporta il sacrificio di sé.
Madame de La Fayette e il romanzo storico
Anche Madame de La Fayette, proprio come la sua discussa protagonista, si ritirò dalla scena pubblica dopo la morte del marito. Condusse una vita ritirata e solitaria, non si ritirò in convento come Mademoiselle de Chartres, ma cercò la guida spirituale degli abati Rancé e Duguet. Morì a Parigi il 25 maggio 1693, a cinquantanove anni. Nell’ultimo periodo della sua vita aveva abbandonato le trame amorose e il romanzo psicologico per dedicarsi al romanzo storico: la sua ultima opera fu Mémoires de la Cour de France pour les années 1688 e 1689, incentrata sulla narrazione della corte francese. L’aspetto storico, a ben vedere, era stato sempre presente nei suoi romanzi, che ci restituivano una visione lucida dell’ipocrisia imperante nell’aristocrazia francese del Seicento.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Madame de La Fayette, un’autrice femminista ante litteram
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Storia della letteratura Madame de La Fayette
Lascia il tuo commento