Magnificat
- Autore: Sonia Aggio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
Fazi pubblica nella collana “Le strade” Magnificat (2022), romanzo d’esordio di Sonia Aggio, nata a Rovigo nel 1995, laureata in Storia, i cui scritti inediti sono stati segnalati più volte dalle giurie di premi importanti come il Premio Calvino e il Premio Campiello Giovani.
“Proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono”. GENESI 7:1
L’esergo di questo romanzo, coinvolgente racconto a due voci tra due giovani donne, in poche frasi fotografa quello che accade durante un’alluvione. La natura ha due facce: una benigna e l’altra matrigna, soprattutto quando ci si mette la mano colpevole dell’uomo, che ha contribuito a stravolgere il Pianeta.
Lo stiamo osservando in questa pazza, rovente, estate 2022: i fiumi in secca del nostro paese, pensiamo al Po, che a causa della siccità, la più grave degli ultimi settant’anni, è in secca. Temperature elevate e niente o poca pioggia stanno provocando un disastro per l’agricoltura e la fauna. Una campagna fertile quella dove scorre il Po, che a volte si dimostra insidioso e temibile, come accadde durante la terribile alluvione del Polesine del novembre 1951, che la brava e giovane Aggio in queste pagine ricostruisce con uno stile delicato, trasportando il lettore nei luoghi della catastrofe come in una pellicola cinematografica.
Al centro della narrazione due cugine, che la II Guerra Mondiale ha reso orfane. Nilde e Norma sono più che cugine, sono sorelle legatissime tra loro e vivono sole nonostante la giovane età in un casolare nella campagna del Polesine. Siamo nel giugno del 1951, si preannuncia un’estate calda.
“Sono caduta dalla bici” raccogliendo le ciliege, confessa un giorno Norma a Nilde. Da quel momento il rapporto tra le cugine cambia. Norma diventa irrequieta quando scoppia un temporale, scompare all’improvviso, c’è qualcosa che spaventa la ragazza, Nilde non sa cosa fare e che cosa dire, come tranquillizzare sua cugina alla quale rivolgersi per chiedere aiuto. Appare inspiegabile il comportamento di Norma, bella come la Madonna del Magnificat, raffigurata in un piccolo quadro, poco più grande di una mano, che era appeso nella camera di Norma e ora è avvolto in una carta di giornale. C’è forse un legame tra sua cugina e la scomparsa di una ragazza di nome Amelia?
All’improvviso, la dura realtà stravolge tutto, dopo giorni ininterrotti di pioggia su tutto il Nord d’Italia, il 14 novembre del 1951, il Po rompe gli argini in provincia di Rovigo causando una delle peggiori tragedie del dopoguerra. Le vittime sono un centinaio, 200mila i senzatetto, 700 le case distrutte, un numero imprecisato gli animali affogati.
“L’acqua ha colmato ogni spazio, ha invaso le golene, ha coperto gli alberi, sembra ammucchiarsi, formare una cupola. Non romba e non schiuma più: è una massa terrosa, muta, larga come il mare. L’altra riva le appare lontanissima”.
L’autrice rievoca con perizia e maestria una storia di dolore, disperazione e morte come può essere un evento catastrofico come quello citato. Ma il romanzo contiene anche una nota di speranza, salvezza e redenzione rappresentata dal quadretto della Madonna del Magnificat, riproduzione dello splendido dipinto a tempera su tavola di Sandro Botticelli (1483), conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze, dove la Madonna “appare con una mano che regge un calamaio, poi un Bambin Gesù con gli occhi rivolti verso l’alto” e “i bei cherubini senza ali”.
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