Mahahual
- Autore: Pino Cacucci
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Invogliata dalla recente lettura di uno dei libri che più mi sono rimasti impressi in questo periodo (“Viva la vida!” di Pino Cacucci), ho deciso di farmi capitare tra le mani anche “Mahahual”, l’ultima fatica dello scrittore che tanto ho apprezzato.
L’acquisto si è rivelato un’ottima scelta: il lavoro di Pino Cacucci si conferma splendido e ci accompagna, attraverso diverse storie, dentro le pieghe di un Messico sconosciuto.
Lo scrittore cresciuto a Chiavari non ci fa mancare niente e, attraverso il susseguirsi dei vari capitoli, ci porta in mezzo all’Oceano dove, dialogando con Chano Montelongo, famoso fotoreporter delle Canarie che ha nuotato con tutte le specie di squali esistenti, ci svela le loro abitudini comportamentali che, se conosciute, eviterebbero al subacqueo sprovveduto di incappare in seri pericoli.
L’autore affronta poi altre e più tristi vicende che costituiscono un grave pericolo per l’umanità intera e suscitano enorme vergogna, come l’inquinamento dovuto allo scarico sfrenato della plastica in mare e la lotta degli abitanti di Mahahual per ripulire dai rifiuti le zone di cui non si occupa mai nessuno, quelle al di fuori della cittadina.
Grazie ad un’attenta politica edilizia, Mahahual è la sola ad essere rimasta intatta sul territorio e, passeggiando sul malecón, offre una meravigliosa vista su mare e spiaggia.
Non mancano comunque le avventure: faremo infatti la conoscenza delle prime due donne pirata della storia, Mary Read e Anne Bonny, e del corsaro Calico Jack, che fu il primo ad utilizzare la bandiera col teschio e le ossa su fondo nero che siamo abituati a vedere.
Cacucci prosegue con la narrazione della vita di Gonzalo Guerrero, un avventuriero che, se inizialmente era al servizio dei colonizzatori, una volta entrato in contatto con la società Maya, una tra le più civilizzate del mondo antico - come dimostrano le recenti ed importanti scoperte archeologiche fatte a Chaccoben, un sito a poca distanza da Mahahual -, non se ne andrà più e anzi, diventerà membro della tribù a tutti gli effetti, unendosi per amore alla principessa locale e dando vita alla prima comunità di meticci del Messico.
Le molte altre storie vanno scoperte leggendo e non è legittimo togliere questo piacere al lettore raccontando troppo con una recensione.
Quello che posso però dire, senza temere di fare torto alcuno è che, alla fine del libro, quando molto si è imparato su questa terra e sulla gente cui di diritto essa appartiene, rimane un senso di profondo rispetto per una civiltà che non ha avuto la stessa disumanità che ha caratterizzato la nostra.
Citando Pino Cacucci, la frase più emblematica tra tutte, mi pare essere ancora questa:
“Doveva esserci molto di più, per convincerlo a impugnare le armi contro i commilitoni d’un tempo, e decidere che i Maya erano la sua gente, per la quale sacrificare ciò che aveva appena ottenuto: un’esistenza degna. Ecco, mi piace immaginare che fosse stata la dignità del Nuovo Mondo, in contrapposizione all’indegnità del vecchio, a farlo diventare El Renegado”.
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