Mai amare uno straniero di Harold Robbins

Edito da Sonzogno nel 1979, Mai amare uno straniero è uno dei titoli più famosi del prolifico scrittore newyorkese Harold Robbins.

Lo scenario? La Grande Mela, gli anni della recessione. Il lusso, dite? Manco a pensarci, la vera sfida era trovare il mangiare, nessun pensiero era destinato al futile. Francis, il personaggio principale, nasce proprio in questa New York. Molti potrebbero considerarla una fortuna, ma non direi proprio. Però queste situazioni forgiano il carattere e, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere.
Cresciuto nell’orfanotrofio cattolico di Santa Teresa, sarà proprio in questo ambiente che comincerà a dare una direzione alla propria esistenza. I soprusi? Se subirà il primo, ne subirà per tutta la vita. E questo lui non può permetterselo.

Lavora per pochi soldi, conosce disperati come lui, di tutti i tipi. Razza, religione, abitudini, a lui non importa. Sa di chi potersi fidare e, soprattutto, di chi può approfittare. Oltre a chi temere, certo. Semplice a dirsi. E quando la vita è così dura, forse anche a farsi. Il protagonista riuscirà a farsi strada e, ovviamente, non in ambienti legali, e la sua ascesa sarà, di conseguenza, inesorabile.
Poi gli anni passano e la vita chiede dazio. Attraverso la legge, certo. Il brutto, però, arriverà quando sarà la sua coscienza, a parlare.

Harold Robbins, soprannominato “Mr. Bestseller”, ci racconta di un’epopea vecchia di decenni che però, vi posso assicurare, non ha perduto un solo briciolo di fascino, seguendo le vicende di un uomo nato dal nulla che ha saputo conquistare tutto.
Certo, magari non timbrando semplicemente il cartellino e non sempre ha chiesto permesso. Un protagonista che ha capito come prendere ciò che voleva, quando voleva. Da ammirare? Da condannare? Chi ha detto che la risposta giusta è una sola?

Mai amare uno straniero è un libro corposo che però non contiene la parola noia, pagine dure e crude per chi vuole una storia sincera, cupa, totale; per gli stomaci deboli forse non sarà la lettura adatta, eppure consiglio loro di dare comunque una possibilità a queste pagine tutte da divorare ma, visto il gran numero delle suddette, forse sarebbe meglio sorseggiarle come un buon Armagnac d’annata.
Oppure staccate campanello e telefono, a voi la scelta. Che, come sempre, sarà quella giusta. Proprio perché è vostra.