Mai devi domandarmi
- Autore: Natalia Ginzburg
- Genere: Classici
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Elsa Morante e Natalia Ginzburg possono essere considerate le scrittrici più importanti del secolo scorso, anche se molto diverse tra loro. Natalia Ginzburg scrive per sottrazione, non ha mai scritto libri fiume, si è sempre limitata a romanzi di dimensioni "normali" o meglio di racconti lunghi.
Prima traduttrice di Proust in Italia, la sua opera rimarrà meritoria per sempre: non ha caricato lo scrittore francese di troppe parole oscure, la sua Recherche è molto chiara e fluida, a volta anche troppo, quasi a voler semplificare un libro particolare e lunghissimo.
In Mai devi domandarmi, nella nuova edizione del 2014 per Einaudi, la scrittrice racconta delle sue passioni letterarie, soprattutto di Cechov che lei letteralmente adorava per il suo modo di scrivere e per il contenuto dei racconti sempre fragili, mai aggressivi o didascalici.
Nel primo scritto, ad esempio, che si intitola "La casa", la scrittrice cerca una casa a Roma. Innamorata dei giardini e delle case al primo piano, mette in rilievo su un suo quadernetto le case che più le piacciono, tenendo conto anche del prezzo. Il marito, Gabriele Baldini, si astiene dalla ricerca e la guarda sottolineare gli annunci come se fosse stata preda di una quieta follia.
"Poi mettemmo noi un annuncio sul "Messaggero".
Nel comporre questo annuncio litigammo a lungo. Infine l’annuncio suono così "Acquisterebbesi appartamento in Prati o Moneverdevecchio, pentacamere, livelterrazzo o giardino. La parola "livelterrazzo" l’aveva voluta mio marito, perché lui amava le terrazze e odiava i giardini; i giardini, diceva, ricevono dai balconi sovrastanti polvere e spazzatura".
Per amore verso il marito, Natalia Ginzburg rinuncia agli amati giardini, ma come abbiamo visto nella sua scrittura non c’è mai niente di rancoroso o di rabbioso.
Il carattere della scrittrice era quieto e posato, non riusciva quasi mai a far prevalere una sua soluzione pratica, per carattere, ma anche per una sorta di pigrizia esistenziale, che le sussurra che tutto è vano, tutto scorre e finisce e le nostre vite cessano. Niente di più lontano dall’amica Elsa Morante, capricciosa, volubile, mai quieta, sempre in prima linea, che rendeva il rapporto amoroso con il marito Alberto Moravia un inferno.
Gli altri scritti contenuti nel libro sono articoli che uscivano con cadenza fissa sulla "Stampa" di Torino, in cui recensiva film, opere liriche, parlava di sé, della sua scrittura e dell’amore folle che provava per la bravura dell’artista Paolo Poli.
Notevole è il pezzo "La vecchiaia" e il suo incipit:
"Ora noi stiamo diventando quello che non abbiamo mai desiderato diventare è cioè dei vecchi. La vecchiaia non l’abbiamo mai né desiderata, né aspettata e quando abbiamo cercato di immaginarla, era sempre in modo superficiale, grossolano e distratto. La vecchiaia vorrà dire in noi, essenzialmente, la fine dello stupore... la vecchiaia s’annoia ed è noiosa: la noia genera noia, la fine di volere sapere tutto".
Nelle opere di Natalia Ginzburg è presente un’idea della vita e della morte che arriva dritta dritta dai romanzi russi, da Proust, dai suoi amori temporanei per romanzi e saggi. Mai devi domandarmi è un libro che porta invoglia a leggere il romanzo più famoso o più bello della scrittrice, ovvero Lessico famigliare.
Mai devi domandarmi
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