Malanottata
- Autore: Giuseppe Di Piazza
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Il grillo suona insistentemente. La radiosveglia segna le 6,17 di mattina. Il portiere-centralinista della redazione è laconico: “trovarono una sfregiata”. Tradotto dal palermitano, vuol dire ch’è stata trovata una donna ferita e considerato il modello dell’apparecchio telefonico in uso (il grillo), è chiaro che siamo negli anni Ottanta, oltre che nelle prime battute del romanzo “Malanottata”, novità HarperCollins Italia (gennaio 2018, 283 pagine 17 euro), di Giuseppe Di Piazza, scrittore ma anche fotografo e giornalista.
È un redattore anche quello buttato giù dal letto nel romanzo. Si chiama Leo Salinas, ha poco più di vent’anni. A quell’età si vorrebbe dormire fino a tardi e non ci si abitua facilmente agli orari crudeli di un quotidiano del pomeriggio, che deve andare in stampa alle 13 in punto, cascasse il mondo. L’autore del resto lo sa bene, attualmente ai vertici giornalistici del Gruppo Rizzoli Corriere della Sera, è stato cronista di valore a “Reporter” e al “Messaggero”, dopo l’avvio di carriera a “L’Ora” di Palermo. Come scrittore è al terzo titolo cartaceo e quarto noir in totale, contando l’eBook uscito nel 2015.
Salinas si sposta con una Vespa 125 GTR e dorme con la fidanzata Lilli, cosa tutt’altro che ordinaria nella Palermo del 1984. È piuttosto in anticipo sui “costumi” di quegli anni anche la spudorata civetteria di Serena, la ragazza milanese dell’amico Fabrizio, una studentessa universitaria che ospitano nei suoi soggiorni siciliani di studio sul barocco palermitano. E lei trova il tempo di continuare la sua tesi, di fare l’amore con Fabrizio e di provocare scopertamente Leo, davanti a Lilli.
Salinas è un “biondino”, termine che non allude alla tinta dei capelli, quanto alla condizione lavorativa. In gergo sta ad indicare i collaboratori precari di una testata. In pratica, pur svolgendo attività cronistica a tempo pieno, in redazione è un fantasma, senza lo straccio di un contratto, alla faccia di quattro anni di frequenza quotidiana e di articoli pubblicati, mai firmati né siglati.
Giovanissimo com’è, ‘sto ragazzo può vantare quasi un lustro di esperienza e indubbie qualità cronistiche. Di Natale è in ferie matrimoniali, il capo ha fiutato una “cosa grossa” e ha voluto che sul posto ci si fiondasse Leo. Non ha torto: percossa brutalmente e sfregiata con l’acido, la vittima è stata portata a sirene spiegate in ospedale. È Veruska, una “buttana” di lusso, la “più buttana a Palermo”, dicono.
Vera Nemecek, Veruska per chi poteva permettersela. Nazionalità: cecoslovacca, età: 28 anni, status: rifugiata politica, professione: entraîneuse, attività: puttana d’alto bordo. Particolari: bella da togliere il fiato, corpo sinuoso da atleta, una dea.
Morta in ospedale in seguito alle lesioni riportate, si legge nel referto che destina il cadavere all’obitorio e il caso alla Procura della Repubblica, oltre a mettere in azione la Squadra Mobile palermitana, diretta dal dott. Gualtieri.
La ragazza cominciava le nottate in un locale peloritano esclusivo e le continuava a casa di facoltosi clienti. Non costava poco Veruska, ma valeva fino all’ultimo picciolo speso. La sua specialità era il Tuca Tuca, una versione dell’allora popolare balletto di Raffaella Carrà, che sapeva rendere particolarmente piccante, ad altissimo tasso erotico.
Uno che ha avuto modo di godere delle sue prestazioni, un nobile siciliano, zio della prima ragazza di Leo rimasto chissà perché affezionato al giovane, gli confida che Veruska, puttana da sogno, non era una mestierante, amava gli uomini e baciava con la lingua. Chiunque l’abbia uccisa, tanto più in quella maniera, merita una morte infinitamente più crudele. Ha reciso un fiore bellissimo, senza motivo.
In una cruda primavera-estate, ecco un altro morto a Palermo. Un uomo giovane, ben vestito, ucciso per incaprettamento nel centro di Mafia City: viene fatto ritrovare in una 131 bianca a Brancaccio.
Raccontato così, sembra tutto regolare ma Di Piazza ha voluto seguire un originale svolgimento anacronistico. Il romanzo non rispetta la sequenza temporale prima questo-dopo quello, mescola momenti successivi e precedenti, un capitolo dopo l’altro. Una scelta che regala senza dubbio un ritmo particolare alla narrazione. Vediamo arrivare Leo sul luogo dov’è stata ritrovata la ragazza devastata, trasportata intanto al Camilliano - dove spirerà - e nel capitolo immediatamente appresso ritroviamo Veruska mentre attende in casa un giovane, la sera prima dell’evento. Apprendiamo che alle 20.30 ha un appuntamento con quello che chiama un “ragazzo gentile” e la intenerisce col suo comportamento delicato, da vero innamorato.
Cerchiamo di piazzarli al posto giusto questi due, il “giovane avvocato”, il “ragazzo gentile”… ma dove va collocato il lavandaio della Palermo bene?
Va ricordato che ci troviamo in terra di mafia e che quella, la “Onorata Società”, si vanta di esercitare una sua giustizia, come Questura e stampa sanno molto bene.
Dovremmo pensare che Cosa Nostra abbia un proprio tribunale in attività? Va bene, ma quali norme rispetta?
Malanottata (Leo Salinas Vol. 2)
Amazon.it: 6,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Malanottata
Lascia il tuo commento