Manola
- Autore: Margaret Mazzantini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
Chi è Manola? Questa è la domanda che ci si pone all’inizio del libro di Margaret Mazzantini, fino a poi dimenticarla, aspettando che si palesi da sola. Le donne che fanno capolino sono invece Ortensia e Anemone, due sorelle, gemelle: l’una lo specchio inverso dell’altra. Come ad un’amica, o forse una psicanalista, le due donne si raccontano e scoprono con Manola, che le segue discreta.
Ortensia racconta le sue fobie, le sue bugie, le sue fantasie. È la sorella che nessuno vorrebbe avere: invidiosa, capricciosa, pelosa… Anemone invece è solare, stupenda e spudoratamente superficiale.
Certo i loro genitori non sono da meno: la madre è la tuttofare dell’albergo e può passare giornate intere in cucina a preparare tonnellate di melanzane; mentre il padre alleva insetti, portandoli con sé, tra la peluria del suo corpo. Ogni tanto compare sulla scena Gorgo, il gallo, il miglior amico di Ortensia, oppure ci si ritrova nell’abitazione di Lucianella, la confidente e psichiatra di Ortensia, in una caverna ancestrale, al di fuori del tempo e dello spazio.
È un alternarsi dei monologhi delle due sorelle, alcuni contrastanti, altri impensabili. È un gioco e un caos di insetti, dispetti, uomini, manie.
Manola lascia parlare le due protagoniste: esse sono la notte e il giorno, il mostro e l’angelo dai boccoli d’oro, l’una esclusa, allergica a tutto, spirituale; l’altra egocentrica, pratica, materiale. Eppure succede qualcosa: un incontro, un attimo e il destino di infelicità impugnabile dell’una e di felice superficialità dell’altra non sarà più così predeterminato: arriva un uomo nella loro vita, Poldo, estremamente eclettico, estremamente grasso.
Manola è lì, assiste ai loro destini, raccoglie i loro sfoghi, i loro istinti censurati, omicidi, sessuali. È lì, silenziosa, forse neutrale: a lei sarà data l’ultima parola, che forse corrisponderà alla nostra.
"Ma i sogni sono difficili da tenere in forze. I sogni affaticano, Manola, e io mi sentivo improvvisamente stanchissima. D’altronde intorno a me non c’erano calzature di cristallo, ma solide scarpe terrestri. Era tempo di abbandonare la groppa del mio cavallo alato. Volevo la realtà"
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Un libro non facile da apprezzare. O lo ami o lo odi e la linea è davvero estremamente sottile. Una volta terminata anche l’ultima pagina di questo romanzo o sai precisamente chi è Manola e sei quindi consapevole di averci parlato più volte, oppure vieni pervaso da un senso di frustrazione per il fatto di non essere riuscito a comprendere chi o che cosa Manola sia e ad avere addirittura dubbi circa la propria esistenza. Dopo 250 pagina ti trovi davanti a due possibilità: o ti senti estremamente grato all’autrice per averti aperto un mondo, oppure ti senti arrabbiato, deluso, quasi preso in giro dalla scrittrice. Il libro parla di due donne, Anemone e Ortensia, due sorelle, due personalità estreme agli antipodi, che si scambiano i ruoli in una maniera tanto evidente quanto impercettibile per il lettore. Due individualità assolutamente irreali ed estremizzate, che vedono le stesse cose e vivono le stesse esperienze in modo assolutamente diverso e contrastante. E’ come uno specchio che a seconda di chi lo osserva, riflette qualcosa di diverso. Le due donne sono le due facce della stessa medaglia e la cosa che lascia scosso il lettore è l’abilità di Margaret Mazzantini nel riuscire, attraverso questo “parlare a due voci”, a invertire i ruoli delle protagoniste. Ma è un cambiamento che si percepisce solo alla fine ed è questo che scuote più di ogni altra cosa, risvegliando dal torpore chiunque stesse leggendo queste pagine in modo divertito, senza di fatto domandarsi dove l’autrice volesse andare a parare. Finisci di leggere e non sai come sia potuto accadere, non riesci a spiegarti come sia possibile non aver avvertito, man mano che il libro avanzava, lo scambio di personalità e di fisicità delle due donne. Non una fusione, ma una vera e propria trasformazione. Uno scambio di ruoli: l’una diventa l’altra, spingendo a una riflessione che va ben al di là di quella comicità che superficialmente ci poteva aver fatto solo sorridere.