Manuale per ragazze di successo di Paolo Cognetti

Ragazze che ignorano qualcosa, che sanno tutto. Ragazze in crisi, ma una crisi creativa dalla quale nascono i cambiamenti. Legami che si recidono, che si costruiscono, che si recidono per poter, in seguito, ricostruire. Fragili, coraggiose, alla scoperta dei propri limiti e delle proprie possibilità. L’esordio di Paolo Cognetti, “Manuale per ragazze di successo”, pubblicato nel 2004 dalla Minimum Fax, parla di ragazze e lo fa attraverso sette bellissimi racconti, sette piccoli dipinti nei quali le figure in primo piano sono sempre giovani donne alle prese con svolte nella loro vita.

Accompagnati dalla scrittura ipnotica del giovane scrittore seguiamo le sue protagoniste mentre fumano sigarette, appoggiano i piedi sui cruscotti roventi delle automobili, leggono poesie di Ginsberg sedute su davanzali di grandi finestre e ne restiamo letteralmente rapiti. Confrontiamo, inconsapevolmente, le nostre vite di donne con le loro, paragoniamo le scelte prese, le situazioni affrontate in comune oppure ci interroghiamo su quali comportamenti avremmo adottato al loro posto, in avventure mai vissute o vissute solo in modo diverso.

Paolo Cognetti svela un’impressionante sensibilità femminile, una capacità notevole di calarsi nei vestiti e nelle ossa delle sue protagoniste tale da farci dimenticare che a scrivere queste storie sia uno scrittore di sesso maschile. Ragazze che corrono dietro alla propria carriera, oppure ferme a decidere quale strada prendere, una famiglia sbiadita sullo sfondo e compagni inadeguati al loro fianco, personaggi maschili privi del carisma necessario per stare al loro fianco. La vita delle protagoniste di “Manuale per ragazze di successo” è in continuo divenire, in perenne movimento, proprio come quella di chi le descrive e di chi le legge. Non credo esista augurio migliore.

“Se penso a mio figlio e a come sarà, lo immagino femmina. Mi chiedo quello che le darò, una stanza dei giochi tutta per noi invece che aria buona da respirare, una tutina rosa al posto di un padre, amore e regole. Se lo vorrà sarà una ballerina, e se no, se vorrà essere un maschio, le taglierò i capelli e le insegnerò a essere stupida, debole, volgare. Non avrà la televisione almeno fino a dieci anni. Poi non potrò fare più niente per lei.”