Ignazio Alvarez da Toledo, “occhi scaltri e una barba da filosofo”, era “un uomo razionale” da sempre abituato a credere in “ciò che poteva comprendere e a diffidare del resto”. Così Marcello Simoni descrive il protagonista del secondo volume della trilogia dedicata alle avventure del mercante di reliquie.
Marcello Simoni, autore dell’anno con oltre 300mila copie vendute de Il Mercante di libri maledetti edito dalla Newton Compton, bestseller internazionale tradotto in 11 lingue vincitore del 60° Premio Bancarella, ha presentato il suo nuovo romanzo "La biblioteca perduta dell’alchimista" lo scorso 8 ottobre a Roma presso l’IBS bookshop in via Nazionale 254/255, con Achille Corea e Stefano Pesce che ha letto alcuni brani del libro.
“Si parla tanto del piacere di leggere, io ho il piacere di scrivere. Infatti, mi diverto a mettere Ignazio e compagnia in situazioni difficili ma risolvibili”
ha rivelato il vincitore del Premio Letterario Emilio Salgari. Pochi minuti prima della presentazione Marcello ci ha confidato che
“Sì, il successo cambia la vita ma soprattutto ti fa maturare, ti fa cambiare tantissimo come persona, si diventa migliori, è un’esperienza che ti fa crescere. Io vivevo tranquillamente a Comacchio e facevo il bibliotecario. Trasformi quello che prima era un hobby in un mestiere, in una professione, impari anche a impostare la creatività in maniera professionale, però sempre cercando di mantenerla libera. Quest’ultimo anno è valso come dieci anni di una persona normale: ho viaggiato moltissimo, ho fatto più di 80 presentazioni, quindi ho acquisito maggior sicurezza di me e maggior proprietà di linguaggio, chiarisci di più le idee. Oggi più di prima so che tipo di romanzi voglio scrivere, so che tipo di narrativa voglio fare”.
In questo secondo volume, ci troviamo nella primavera del 1227 e la regina Bianca di Castiglia è scomparsa in modo misterioso. Sicuramente l’unica persona in grado di sciogliere l’enigma è Ignazio “uomo avaro di affetto”.
Per Simoni, il mercante è
“un detective moderno. Quando ho immaginato il suo volto, mi sono domandato come potesse sembrare uno Sherlock Holmes del Medioevo metà mercante e metà filosofo quando ancora non esisteva la figura dell’investigatore tradizionale. Ignazio che incarna la curiositas medievale ha “una faccia di bronzo” che nasconde una forte emotività. Conosce il giusto e l’ingiusto ma spesso sbaglia e aggiungo che assomiglia a Ulisse, perché come l’eroe omerico sente la necessità di saziare la sua grande curiosità. Il destino di sua moglie Sibilla quindi è simile a quello di Penelope. Ma Ignazio non è un eroe, perché è fallibile come tutti noi”.
Lo scrittore ha dichiarato:
“Questo secondo volume è un romanzo più consapevole, è quello che io intendo esattamente per medieval thriller secondo Simoni... ovvero un romanzo dove ci sono forti elementi di gotico rispetto anche agli elementi narrativi del cappa e spada. È un libro più equilibrato e anche dal punto di vista della scrittura mi sembra di aver fatto un lavoro migliore. È anche un romanzo forse più oscuro per certi versi ma anche più filosofico per altri. Per affrontare il discorso dell’alchimia si presuppone un tipo di linguaggio, un tipo d’introspezione. Per scrivere il testo ho fatto una ricerca personale”.
Lettura invitante di un libro che è già un successo. “Soldati in marcia lungo le sponde del Guadalquivir...”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Marcello Simoni presenta “La biblioteca perduta dell’alchimista”
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