Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. È autore di racconti, testi teatrali e romanzi. Presso Guanda ha pubblicato romanzi quali:
- L’inquilino
- Donne, donne
- Il brigante
- Nero di luna
- Un tipo tranquillo
- La vendetta e Il contratto;
Raccolte di racconti come:
La serie dedicata al commissario Bordelli:
- Il commissario Bordelli
- Una brutta faccenda
- Il nuovo venuto
- Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco - La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano)
- La forza del destino;
Ha dato alle stampe la graphic novel Morto due volte con Werther Dell’Edera, ha curato le antologie Città in nero, Delitti in provincia ed È tutta una follia.
Il suo sito internet è www.marcovichi.it.
Da oggi è in libreria Fantasmi del passato (Guanda 2014), una nuova indagine del commissario Franco Bordelli, ambientata nella Firenze del 1967. Era trascorso poco più di un anno dalla tragica alluvione del novembre del ’66 ma in alcune strade del centro ancora
"si vedeva con chiarezza la riga nera che segnava le facciate dei palazzi, a memoria del livello dell’Arno che aveva invaso la città devastando ogni cosa."
Natale si avvicinava e il poliziotto non riusciva a scrollarsi di dosso un sentimento malinconico e nostalgico che riguardava la madre scomparsa e un amore finito. La sua coscienza, inoltre, attraverso un sogno, era venuta a presentargli il conto, perché Bordelli recentemente aveva osato sfidare il destino. Un industriale, Antonio Migliorini, "un uomo affascinante", vedovo da alcuni anni, era stato trovato assassinato, pugnalato nello studio della sua villa. Rapina? Delitto passionale o una vendetta?
"Era curioso di scoprire se sarebbe stato un caso facile, o se ancora una volta si sarebbe trovato ad annaspare in una selva oscura alla ricerca del sentiero giusto, sperando che nel buio apparisse una fiammella capace di guidarlo..."
Era tempo per Bordelli, coadiuvato dalla guardia scelta Piras con il quale "anche il silenzio poteva essere un discorso", di fare ordine "come libri su uno scaffale" su tutto quello che aveva saputo sul morto.
Marco Vichi si dimostra ancora una volta bravo nel descrivere "un eroe disilluso" che fa da perfetto contrasto con l’Italia del boom che "volava sulle ali del progresso sognando benessere e divertimento".
Intervista a Marco Vichi
- "E lentamente il sole inonda la campagna in questo autunno dolce come allora. E i secoli son nulla."
Marco, per quale motivo ha posto come esergo del volume i versi della poesia Autunno in Toscana di Paola Cannas?
Come spesso succede, chi racconta storie usa i romanzi per salvare una memoria familiare. Mia mamma se n’è andata nel marzo del 2013, e il suo bellissimo libro di poesie, Respiri e Sospiri (Felici Editore), uscito a gennaio dello stesso anno, mi ha aiutato a “digerire” il distacco, se così si può dire. Le sue parole sono ancora qua, accanto a me, e mi sembra di sentire la sua voce.
- "Aveva un grande bisogno di fare un po’ di pulizia, di liberare la mente dalla spazzatura."
A che punto della sua vita si trova Bordelli?
Bordelli sta facendo i conti con i propri fantasmi. È un uomo che sbaglia, che vive fino in fondo ogni decisione. Ma la consapevolezza e la sincerità con se stesso non gli permettono di assolversi con leggerezza.
- "Il commissario Bordelli, un eroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile dimenticare."
Desidera commentare le parole di Andrea Camilleri presenti nella quarta di copertina del volume?
Camilleri è un uomo generoso, e mi ha regalato questa sua bellissima frase usata anche per le edizioni inglesi. Qualche anno fa ho avuto il piacere di passare una giornata insieme con lui, e ci siamo raccontati un sacco di aneddoti familiari e personali. Mi piacerebbe che tutti gli scrittori avessero la sua modestia.
- Nelle note finali scrive che la stesura del romanzo ha seguito un procedimento particolare. Quale?
Nel romanzo avviene l’incontro con il personaggio seriale di Leonardo Gori, il colonnello Bruno Arcieri. La nota finale dice, appunto: "Le vicende, i pensieri, i sogni e i fantasmi di Bruno Arcieri sono stati “forniti” da Leonardo Gori, ma sono stati poi riscritti e adattati da me medesimo". Chiedevo a Gori quello che mi serviva al romanzo, e lui mi mandava il materiale che poi riscrivevo secondo il modo mio.
- Possiamo dire che le passioni del poliziotto toscano sono le donne e il buon cibo?
Possiamo dirlo ma non è certo né un donnaiolo né un goloso degno di finire in compagnia di Ciacco. Vive le proprie passioni con la sensibilità dei sentimentali.
- Franco Bordelli e Firenze "femmina pericolosa": un binomio inscindibile. Ce ne vuole parlare?
Firenze è una città dura, aspra, oscura. Una città da cui bisogna difendersi. Nulla a che vedere con la bella e dolce Firenze vista da lontano, da chi non la conosce. È certamente attraente, ha qualcosa di magico, ma quando meno te lo aspetti, sa pungerti come uno scorpione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Marco Vichi, autore di “Fantasmi del passato”
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