Martin Eden
- Autore: Jack London
- Genere: Classici
Voce narrante onnisciente: in molti punti del romanzo Martin Eden, London ci mette in guardia da tutto ciò che i protagonisti non sanno di se stessi - e che invece lui sa! Era da un pezzo che non la sentivo, questa voce, perché era da un pezzo che non leggevo romanzi "ottocenteschi". Sebbene sia stato scritto nel 1907, c’è un unico punto di vista, siamo lontani dalle sperimentazioni psicologiche di un Joyce o di una Woolf.
E proprio questa scelta stilistica permette a London di disseminare il romanzo di descrizioni di pensieri.
"Show, don’t tell" gli direbbero oggi gli insegnanti di scrittura creativa. Ma London no, lui andrebbe per la sua strada. Esattamente come fa il suo protagonista, un ex teppista ed ex marinaio che decide di dedicare la sua vita alla scrittura, nonostante tutti gli dicano di trovarsi un impiego. Ce la fa, alla fine diventa ricco e famoso per ciò che ha scritto, ma è troppo tardi. Ruth, la donna di cui era (forse) innamorato, si è lasciata trascinare dalle aspettative della sua classe sociale, e lo ha abbandonato perché lui rifiutava di sottomettersi a quelle stesse aspettative. E per lui tutta la vita perde significato; infatti l’epilogo è tragico.
Torniamo allo stile: prendiamo le lunghe parti in cui London espone i pensieri dei protagonisti, anche quelli che loro stessi non conoscono. Si poteva, solo riportando un gesto o una battuta di dialogo, esprimere le stesse profondità psicologiche? Credo di no. Certo, si sarebbe lasciata al lettore la responsabilità di interpretare gesti e dialoghi; allo stesso modo in cui dobbiamo interpretare gesti e parole delle persone reali. Ma ogni tanto, la letteratura ci regala dei viaggi nelle psicologie di cui difficilmente facciamo esperienze così dettagliate.
E allora va bene, diciamo che "Martin Eden" è un romanzo ottocentesco, ma senza dimenticare questi tuffi nelle teste. Può mancar l’aria, ogni tanto: è proprio perché siamo dentro qualcun altro e perché questo qualcun altro è Martin Eden, che ha rinunciato al suo Eden in nome di obiettivi che lo allontanano dalla sua Verità.
Capita. Nell’Ottocento. Nel Novecento. E anche nel Duemila.
Martin Eden
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Uno dei libri più belli di London, un capolavoro in cui forza, volontà e amore sembrano avvilupparsi fino a distruggersi.
MARTIN EDEN -JACK LONDON
Quando chiudi l’ultima pagina di un libro e ti accorgi di fissare il vuoto per qualche minuto pensando e rivedendo le immagini appena "vissute", a toccare la copertina come se volessi entrare nella vita del protagonista ,come se volessi ringraziarlo...ecco quando accade questo vuol dire che il romanzo è un capolavoro.
Storia intensa,introspettiva,che offre spunti di riflessione sulla propria esistenza,sulle ragioni del nostro vivere,sulla bonta’d’animo,sulla forza di volonta’ indispensabile per veder realizzati i propri progetti.
Martin Eden giovane marinaio americano, si innamora di Ruth, donna dell’alta borghesia; amore combattuto e reso difficile dal netto contrasto tra i due ceti sociali e tra le due diverse mentalita.Martin si avvicina alla scienza,alla lettura,alla filosofia per crescere interiormente ed elevarsi allo scopo di realizzare il suo sogno:sposare Ruth.Ma sara’ proprio questa crescita e questa elevazione che gli faranno scoprire la piccolezza,l’ipocrisia,l’arrivismo del mondo benestante .Il romanzo è una critica aspra e feroce alla classe borghese e soprattutto alla mentalita’ borghese.
Nel romanzo vince la semplicita la spensieratezza,la sete di rapporti veri ,valori che il protagonista si rende conto di non appartenere alla vita di Ruth;questa crescita interiore lo trascina fuori dal suo mondo fuori dalla sua vera natura ma la speranza di trovare un mondo migliore lo porta ad una delusione irrimediabile.
Martin scopre la passione della scrittura anche se Ruth non crede alle sue aspirazioni artistiche,non ha mai creduto in lui e vorrebbe che si guadagnasse una rispettabile posizione economica e sociale prendendo come modello il padre.
Per sopravvivere e così poter perseguire il sogno di una scrittura che sia espressione rivoluzionaria e inedita, si scinde in una sorta di doppia identità letteraria e esistenziale.
Il netto conflitto interiore tra le sue origini modeste e una cultura che comunque gli è estranea generano in lui stati d’animo diversi:amore,rabbia,desiderio,inquietudine,autodistruzione,paura,tormento .I quali sfociano nell’interrogativo che ogni animo sensibile ,quale è Martin Eden,si pone:le ragioni della propria esistenza.
Un grande classico ,emozionante ,intenso da un finale inaspettato che lascia assolutamente il segno.imperdibile.