Massimo Maugeri nasce a Catania nel 1968. Scrittore, collabora con le pagine culturali di magazine e quotidiani tra cui Il Mattino, Il Riformista, La Sicilia, Il Corriere Nazionale. Suoi racconti sono stati pubblicati su prestigiose riviste letterarie. Il romanzo ’Identità distorte’ (Prova d’Autore, 2005) ha vinto il Premio Martoglio ed è stato finalista al Premio Brancati. Ha ideato e gestisce il frequentatissimo Letteratitudine, blog letterario d’autore del Gruppo L’Espresso. Nel 2008 pubblica il volume ’Letteratitudine, il libro - vol. I - 2006-2008’ (Azimut). Ha curato la raccolta di racconti ’Roma per le strade’ (Azimut, 2009), partecipando con un proprio racconto e coinvolgendo nel progetto molti tra i principali scrittori nati o residenti a Roma. Di recente ha pubblicato i seguenti libri: il racconto lungo ’La coda di pesce che inseguiva l’amore’ (Sampognaro & Pupi, 2010) scritto a quattro mani con Simona Lo Iacono e il saggio/reportage sul libro elettronico intitolato ’L’e-book è (è?) il futuro del libro’ (Historica, 2011). "Viaggio all’alba del millennio" è la sua ultima raccolta di racconti pubblicati dalla casa editrice Perdisa Pop, un’originalissima miscellanea di generi, di toni e registri stilistici.
Massimo, ti dò il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Ogni racconto contenuto in ’Viaggio all’alba del millennio’ si lega all’altro. L’ultimo, che ha per protagonisti un gruppo di giovani in una Catania trasfigurata, chiude il cerchio agganciandosi al primo. Li hai concepiti con già chiara la volontà di farne una raccolta oppure li hai scritti in momenti diversi, distanti l’uno dall’altro?
L’idea della raccolta e della struttura circolare e "a incrocio" - con personaggi che trasmigrano da un racconto all’altro - nasce dopo la scrittura e la pubblicazione di due dei racconti inseriti all’interno del volume: "Viaggio all’alba del millennio" e "Muccapazza". Entrambi i racconti, sebbene in maniera diversa, mettono in risalto alcune delle inquietudini e delle contraddizioni di questo nostro tempo. Se in "Viaggio all’alba del millennio" si evidenziano la paura dell’ "altro da sé", l’ansia da attentato terroristico kamikaze, la paura di volare, in "Muccapazza" si affrontano i problemi derivanti da un nuovo tipo di solitudine che risulta apparentemente compensata dagli scambi virtuali in rete. A quel punto ho deciso di concentrarmi su altri aspetti legati alla nostra "modernità" per tentare di evidenziarne, appunto, alcune delle contraddizioni e problematiche. I temi affrontati sono tanti: il razzismo, l’emigrazione clandestina, la disoccupazione giovanile, la mancanza di comunicazione "vera" (soprattutto all’interno delle famiglie), la voglia di farcela a tutti i costi, la schizofrenia latente, la fragilità dell’esistenza e altro ancora. Fa da sfondo la "voce" di Calvino che invita a "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
- Seconda chiacchiera: Riprendo ed estendo il tema del tuo racconto Muccapazza, nel quale l’io narrante confessa di trovare sua moglie estremamente diversa dalla donna che ha incontrato nel lontano 1970 al punto di chiedersi se quello fu vero amore o soltanto un fugace impulso. Il cambiamento che la conoscenza, il tempo, le vicissitudini portano nelle idee è subentrato anche nella tua visione dell’editoria? Quali stimoli, speranze, entusiasmi sentivi all’inizio e cosa hai scoperto poi? Come vedi adesso uno dei mondi più affascinanti, desiderati, contraddittori e chiusi in Italia: quello dei libri?
Intanto ti dico che trovo molto interessante il parallelismo tra il rapporto marito/moglie (evidenziato in "Muccapazza") e quello scrittore/editoria. Ciò premesso, penso che per rispondere a queste tue domande si potrebbe scrivere un saggio. Per non dilungarmi troppo dico solo che mi sento soddisfatto (e grato) per i risultati che sono riuscito a raggiungere come scrittore e che le mie aspettative non sono state disattese. Tuttavia è indubitabile che l’editoria - ma l’intero "sistema" che ruota intorno al mondo del libro - sta attraversando una fase di grandi e rapidi cambiamenti. Basti pensare ad alcuni "fenomeni" che si sono sviluppati in questi ultimi anni (e continueranno a svilupparsi nel futuro): i siti web di vendita (on line) dei libri, l’e-book, il self publishing, il ruolo di Internet in generale. Ogni cambiamento porta con sé pro e contro. E questi, peraltro, sono cambiamenti che si innestano in un più generale contesto di concorrenza (incentivata proprio dalla rete). Qualcuno parla di sovraproduzione editoriale che andrebbe un po’ ridimensionata. Ci si lamenta che il marketing influenza eccessivamente le scelte editoriali a discapito della qualità. O che si legge troppo poco. Il che è in parte vero. Ma io sono ottimista per natura e penso che se un libro è buono, in un modo o nell’altro si farà strada.
- Terza chiacchiera: Il Massimo Maugeri, critico letterario, anzi divulgatore come preferisci essere definito tu, nasce nel settembre 2006 quando decidi di aprire il blog Letteratitudine. In breve tempo raggiunge consensi e contatti fuori dalle più rosee aspettative fino a convincere Gabriele Pugliese, direttore di Radio Hinterland, a proporti uno spazio culturale in radio anch’esso seguitissimo. Riscontri lo stesso consenso anche come scrittore? Non ti capita mai di temere che la fama conquistata in rete possa soffocare la tua strada di autore?
Per quanto riguarda il mio programma culturale di libri e letteratura su Radio Hinterland, per la verità è accaduto esattamente il contrario. È stato Gabriele Pugliese a cercarmi e a propormi di curare un programma. Inzialmente ho avanzato qualche perplessità, perché pensavo di non essere "tagliato" per la radio. Poi Gabriele ha insistito e mi ha convinto. E oggi, come dico sempre, gliene sono grato perché la radio è un grande campo di libertà che mi aiuta non poco nel mio ruolo di "divulgatore" letterario.
Per quanto riguarda la mia visibilità in rete rispetto al mio ruolo di scrittore, anche qui ci sono pro e contro. Da un lato se non dovessi gestire Letteratitudine, il programma radio e quant’altro, avrei senz’altro più tempo per scrivere. Ma a parte questo non credo che la mia "militanza" in rete o in radio rischi di soffocare il mio percorso di scrittura. Del resto "Viaggio all’alba del millennio" sta beneficiando di un ottimo riscontro.
- Quarta chiacchiera: Nelle scorse settimane, Facebook ha censurato il tuo Letteratitudine impedendo a te e a chiunque di linkare qualsiasi informazione proveniente dal sito. Come te lo spieghi visti i contenuti che son tutto fuorché offensivi? Per fortuna Letteratitudine è una realtà indipendente che non ha bisogno di Facebook, voglio comunque chiederti come ti sei sentito e cosa hai pensato quando te ne sei accorto, del tuo caso specifico e più in generale dei meccanismi che regolano la censura in Italia?
Certi meccanismi di Facebook vanno senz’altro rivisti, in quanto applicano una forma di "censura automatica". Basta segnalare più volte alcuni contenuti, o link, o profili, perché - a quanto pare - scatti una specie di blocco. Non so perché qualcuno ha deciso di segnalare i link di Letteratitudine come offensivi, ma alla fine credo non sia nemmeno tanto importante saperlo. Sul blog ho scritto che i "buontemponi" sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Credo invece che il sistema di controllo del social network debba essere migliorato. Peraltro questo sistema di blocco automatico è tutt’altro che infrequente. Qualcosa del genere è capitato alle pagine facebook dei quotidiani "La Repubblica", "Il Fatto Quotidiano" e "Il Giornale" (dunque quotidiani diversi, anche per orientamento politico). Le redazioni dei suddetti quotidiani, per sbloccare la censura, hanno chiesto ai loro sostenitori di segnalare al social network che i contenuti dei link non sono offensivi. In tal modo, a seguito di una grande massa di segnalazione di errore da parte di svariati utenti, il blocco è stato disattivato. Ho fatto la stessa cosa con ’Letteratitudine’, chiedendo l’intervento dei sostenitori del blog per segnalare l’errore. Solo così sono riuscito a risolvere il problema. Non tutti, però, hanno la possibilità di poter fare affidamento sull’intervento di migliaia di sostenitori. Insomma, credo che qualcosa - nel sistema di blocco automatico del social network - vada rivisto. E sarebbe bene che i responsabili di Facebook ci lavorino sopra.
Come ci sente a vedersi "censurati" senza motivo, senza preavviso e senza spiegazioni? È una sensazione tutt’altro che piacevole. Come ho scritto, viene in mente l’incipit del noto romanzo postumo di Franz Kafka, "Il processo": "Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato" (traduzione di Primo Levi, Einaudi, 1983).
Per quanto riguarda il problema della censura in generale, non c’è dubbio che Internet - anche in questo senso - abbia rivoluzionato il sistema. Oggi (e si è visto!) è molto più difficile "tenere a bada" certe informazioni e la fuoriuscita di "certe notizie". Con pro e contro, però: perché il processo che porta all’emersione di verità che altrimenti sarebbero rimaste sottaciute, può sempre rischiare di trasformarsi in un processo di strumentalizzazione di tali verità. Da una parte e dall’altra. Questo è bene non dimenticarlo. In tal senso è dunque necessario l’impegno di tutti, individuale e collettivo, perché certe distorsioni possano essere superate.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Ne approfitto per ringraziare SoloLibri.net, augurando a te, Matteo, e tutta la redazione, tanta fortuna e tanto successo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Massimo Maugeri
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