Maya di Jostein Gaarder

Un bel gioco non è detto duri poco, soprattutto se si tratta di Maya, romanzo di Jostein Gaarder edito in Italia per la prima volta da Longanesi nel 2000.

Avete voglia di giocare? Bene, vado allora a introdurvi questo gioco che si chiama Maya. Prima di tutto dovete scegliere un compagno: potete scegliere uno come Frank, uno scienziato che però crede anche negli angeli. Un paradosso, lo so.
Non vi aggrada? Tranquilli, potete optare per José, un giornalista televisivo. Oppure scegliete Ana, una ballerina che si veste sempre ed esclusivamente di rosso. Non scordiamo Gordon, un vero e proprio chiacchierone. Ah, dimenticavo di dirvi che stiamo parlando di un geco.
Dove si gioca Maya, dite? Anche qui le opzioni sono varie: sotto il cielo stellato di un’isola, nelle sale del Prado di Madrid o magari in un bosco norvegese. E il bello è che potete iniziare il gioco quando volete. Pure interromperlo, se è per questo. Vi ho incuriosito? E questo non è che l’incipiy!

Jostein Gaarder ci dona un gioco (pardon, libro) di cui potremo godere come e quando vorremo e lo fa con parole semplici ma decise, con decine di pagine che ci prenderanno con la forza (ma non troppa, non temete) e ci porteranno con loro in un mondo parallelo ostico eppure affascinante. Ma potremo uscirne quando vorremo, tranquilli. E lo stesso vale per entrare.
Un mondo costellato di personaggi bizzarri e affascinanti che si paleseranno dinanzi a noi senza chiedere in cambio nulla, un universo nel quale vorremo (e vorremmo) vivere per sempre. O magari per qualche ora ogni tanto.
Un libro universale dedicato a chiunque voglia donare qualche ora del proprio tempo a questo grande autore. In realtà saranno tantissime ore, vuoi per la corposità dell’opera, vuoi perché sarà sempre un piacere leggere ma anche rileggere queste storie. Provate: vedrete che mi darete ragione.