Meglio di niente
- Autore: Marco Vichi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2024
Guanda edita nella Collana “Guanda Noir” la tredicesima avventura del Commissario Franco Bordelli in Meglio di niente (2024) scritta da Marco Vichi, autore toscano nato a Firenze nel 1957 e residente nel Chianti.
Pensava ancora alla sua infanzia, a sua madre, a Marina di Massa… Erano ricordi così vivi...
Firenze, tarda primavera 1970. L’ex commissario Franco Bordelli, in pensione da pochi mesi, uscito dal cimitero dopo aver visitato le tombe dei genitori pensava che gli anni fossero volati, ma vissuti minuto per minuto. Quando lui avesse lasciato questo mondo, sarebbero scomparsi anche loro insieme alla sua coscienza, nemmeno raccontandolo a qualcuno poteva salvare quel passato, almeno non così com’era veramente stato.
L’animo di Bordelli, classico esempio di uno sbirro che resta tale ben oltre il pensionamento per tutta la vita, era venato di malinconia. In fin dei conti stava vivendo un periodo piacevole, anche se era in pensione. Una bella casa di campagna nell’Impruneta, dove Bordelli viveva dal 1967, con la sola compagnia dell’orso bianco Blisk, che fingeva di essere un cane, e di Geremia, il teschio che rammentava a Franco le miserie umane e con il quale dialogava spesso e volentieri. In questo casale immerso nella campagna toscana, che assomiglia a un dipinto del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, l’ex commissario imbastiva piacevoli cene rituali in compagnia dei suoi amici della Confraternita (Diotivede, il migliore anatomopatologo in circolazione, il colonnello Arcieri, ex dei Servizi Segreti, Ennio Bottarini detto Botta, ex scassinatore, Dante, stravagante “inventore”, il cugino Rodrigo, il fido Piras, ex suo braccio destro nominato ora vicecommissario, e Mugnai). E poi c’era Eleonora, con cui stava bene come non era stato con nessun’altra.
A dir la verità, mancava solo una bella indagine! Sì, il suo lavoro gli mancava molto; non che Bordelli si augurasse che ci fosse un omicidio, era il primo a desiderare un mondo senza assassini, ma dal momento che questo non era possibile… Franco Bordelli era uno sbirro che non si rassegnava a smettere di farlo.
Ecco perché era stato un miracolo l’apparire di due “casi”: un uomo ricco, che commissionava furti di quadri, e un ipotetico testamento che nascondeva un mistero. Meglio di niente. Franco poteva ritenersi fortunato, perché
Nemmeno una zanzara può rinunciare alla propria natura, figuriamoci un commissario.
Sempre bella e coinvolgente la figura di Franco Bordelli, al quale piace frugare tra le pieghe dell’animo umano, pensare e ripensare, mettere insieme intuizioni e riflessioni, e che si muove in una Firenze quanto mai suggestiva e vibrante di vita. Non era forse vero che nella vita, “per far trionfare la verità bisognava mentire”?
Meglio di niente. Un'avventura del commissario Bordelli
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