Memorie di una modella
- Autore: Kiki de Montparnasse
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Castelvecchi
- Anno di pubblicazione: 2016
“Memorie di una modella” (Castelvecchi, 2016, titolo originale Souvenirs, traduzione di Lucia Usellini, prefazione di Ernest Hemingway) è il memoir della modella francese Kiki de Montparnasse, una delle figure centrali dell’effervescente Parigi degli anni Venti, il cui vero nome era Alice Prin (1901-1953).
“Sono nata il 2 ottobre 1901 in un grazioso angolo della Borgogna. Mia madre se la svignò a Parigi, lasciandomi con la nonna”.
Alice era nata a Chatillon sur la Seine, figlia illegittima, ebbe un’infanzia poverissima
“andavamo dalle suore a elemosinare un piatto di minestra”
e fu affidata alla nonna fino all’età di dodici anni, quando andò a Parigi per vivere con la madre, che lavorava come infermiera. Dopo un anno “ho lasciato la scuola definitivamente”, il primo lavoro di Alice era stato fare la maglierista per poi passare presso una fabbrica di scarpe. Modella a soli quattordici anni per un anziano scultore e per questa ragione venne allontanata dalla madre “urla che non sono più sua figlia”. Alice, a quindici anni lavorava in una boulangerie per trenta franchi al mese, dove doveva difendersi dai garzoni che la importunavano ma le avversità non le impedivano di proseguire, sognando un futuro migliore.
“Riesco a inserirmi nell’ambiente artistico, ricco di un suo fascino particolare!”.
L’esuberante mademoiselle aveva iniziato a lavorare come modella per i pittori che vivevano a Montparnasse, complice il suo corpo seducente e il desiderio di farsi ammirare. La bella ventenne Kiki, "con il viso che era un’opera d’arte", era stata ritratta dall’italiano Amedeo Modigliani, dal russo “dall’aria fiera” Chaim Soutine e dal giapponese Tsuguharu Fujita “un uomo affascinante”, diventando così la modella più famosa e ambita. Nel 1921, “La Reine de Montparnasse”, com’era anche soprannominata, aveva incontrato al caffè “La Rotonde”, dove si riunivano i principali artisti e intellettuali dell’epoca, il fotografo e pittore americano Man Ray, nato Emanuel Rudzitsky (1890-1976), giunto da poco nella Ville Lumière per unirsi al movimento artistico dadaista. L’uomo con “un’aria misteriosa” le aveva subito chiesto di posare per alcune fotografie ma
“il primo pomeriggio non facemmo neppure uno scatto”.
La loro tempestosa relazione amorosa, iniziata in una camera d’albergo, sarebbe durata sei anni con centinaia di fotografie prodotte da Man Ray, tra le quali la celebre e scandalosa, per l’epoca, “Violon d’Ingres”, dove la sua musa ispiratrice viene ritratta di schiena con il fotogramma del suo corpo nudo sovrapposto dai segni a effe del violoncello in modo da rendere il suo corpo la base armonica di uno strumento da suonare.
“Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore scrittrici d’oggigiorno, eccovi scritto un libro da una donna che non fu mai una signora”.
Con queste parole lo scrittore americano Ernst Hemingway invita a leggere il volume con il quale la Regina, grazie a una prosa tagliente e schietta, cattura l’anima artistica e creativa dell’età dell’oro di Montparnasse
“ricco, prosperoso, sfarzosamente illuminato”.
La seducente Kiki, dal pericoloso fascino felino, con il suo atteggiamento provocatorio e spregiudicato incarnava perfettamente l’atmosfera bohémienne e anticonformista degli artisti degli Années Folles. Colei che ha dominato la sua epoca è stata un’acuta e lucida testimone di anni irripetibili dalle serate trascorse con i surrealisti alle infinite notti mondane passate negli storici locali del quartiere parigino come “La Coupole”, nel boulevard Montparnasse. Forse la sua intensa brama di vivere, che ha bruciato velocemente la sua esistenza, nascondeva il desiderio di essere compresa e amata.
“Ho solo bisogno di una cipolla, un tozzo di pane e una bottiglia di vino rosso, e troverò sempre qualcuno che me li offre”.
Memorie di una modella
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