Mendel dei libri di Stefan Zweig

Jacob Mendel è una cattedrale della memoria. All’interno del suo cervello sono incasellati, in ordine perfetto, tutti i libri o quanto meno l’idea che tutti i libri possano essere conservati nella memoria di un uomo si concretizza in quest’uomo dimesso che vive come un’asceta e che usa un caffè di Vienna come studio per i suoi incontri.
Tutti vanno alla corte di Mendel per cercare libri introvabili e sottoporgli richieste impossibili. Ma lui, Jacob Mendel, ebreo galiziano che ha la capacità di concentrarsi come un’asceta non delude mai nessuno e riesce a trovare il libro più raro nella biblioteca più sconosciuta dell’impero Austro-Ungarico ante guerra.
Mendel è il protagonista di un libro scritto magnificamente e pubblicato da Adelphi nell’ottima traduzione di Ada Vigliani: Mendel dei libri di Stefan Zweig.

Un piccolo libro che si porta in tasca come un taccuino ma che racchiude una storia personale, un ricordo dell’autore Stefan Zweig che qui adotta il ruolo di narratore.
Il ricordo di un uomo dimesso che lui ha conosciuto da giovane, un uomo che però lo ha sempre impressionato per la capacità incredibile che si portava dentro; una memoria straordinaria unita a un fiuto da detective determinato a scoprire tutti i libri lo ha portato a realizzare un catalogo organico sempre aggiornato.
Mendel leggeva, memorizzava i cataloghi, conosceva i dettagli bibliografici di tutti i libri di cui parlava e si confrontava con professori, intellettuali, giornalisti e studiosi.
Il destino di Mendel si intreccia con i ricordi dell’autore che però scopre la parte conclusiva della storia dell’uomo più “bibliografico del mondo”, in un modo inaspettato.

Un piccolo romanzo, una storia sorprendente, dove l’anima e la tragedia della sua distruzione viene raccontata attraverso la storia affascinante dei libri.