Mente e cosmo. Perché la concezione neodarwiniana della natura è quasi certamente falsa
- Autore: Thomas Nagel
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
- Anno di pubblicazione: 2015
Un dubbio simil-amletico di fondo, un retro-pensiero mi ha attanagliato durante la lettura di “Mente e cosmo. Perché la concezione neodarwiniana della natura è quasi certamente falsa” di Thomas Nagel (Raffaello Cortina, 2015): tolta l’interpretazione meccanicistica della Natura cosa resta se non il disegno del Grande Architetto (Dio) cui lo stesso Thomas Nagel non vorrebbe rimandare? Mediante il pensiero “sottile” che gli è proprio, il filosofo la risolve più o meno così: se la mente è un prodotto dell’evoluzione biologica, la biologia non può essere una scienza puramente fisica, in quanto la coscienza non può spiegarsi attraverso la fisica e la biologia attuali. La concezione riduzionista della natura faticherebbe, insomma, a stare dietro (a spiegare) i tratti fondanti del mondo connessi con la nostra mente (senso, intenzionalità, valori). Con parole sue, a pagina 9 del libro:
“Se la ricerca contemporanea in biologia molecolare lascia aperta la possibilità di dubbi legittimi su una spiegazione completamente meccanicistica dell’origine e dell’evoluzione della vita, che dipenderebbe soltanto dalle leggi della chimica e della fisica, ciò, insieme al fallimento del riduzionismo psicofisico, suggerisce che nella storia della natura sono al lavoro anche principi di tipo diverso, principi sull’aumento dell’ordine che sono, per quanto riguarda la loro forma logica, teleologici piuttosto che meccanicistici”.
“Mente e cosmo” è un pamphlet pensato e scritto a sostegno di questa tesi. Una tesi spiazzante, provocatoria, soprattutto perché - va ribadito - non approda a scorciatoie di tipo creazionista. Il filosofo americano (tra i più eminenti filosofi contemporanei) rimanda, piuttosto, alla necessità di rileggere l’evoluzione assumendo come portante la centralità dei fenomeni di coscienza, retti - secondo lui - da principi finalistici piuttosto che meramente meccanici (ci saremmo evoluti, cioè, secondo degli scopi logici, mentali). Individuare (e superare) i limiti di una visione evolutiva che pone la materia a fondamento unico della realtà, è l’obiettivo primario di Thomas Nagel in questo saggio che può davvero porsi, in tal senso, come preludio alla ricerca di possibili alternative.
Mente e cosmo. Perché la concezione neodarwiniana della natura è quasi certamente falsa
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