Metamorfismi e psicoproverbi
- Autore: Alejandro Jodorowsky
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2020
Alejandro Jodorowsky, regista, scrittore, esoterista, per i suoi milioni di amici sparsi nel mondo è una presenza intima e affettuosa, tanto da essere chiamato Jodo, sia dagli studiosi dei suoi tarocchi, simboli di archetipi dell’animo umano, sia da chi apprezza la sua filosofia di vita, tendente a rompere gli schemi precostituiti, i tabù, i pregiudizi con l’uso di un’immaginazione potremmo dire scatenata.
Il maestro compie incursioni nell’inconscio, sconvolgendo fossilizzazioni, situazioni stagnanti che sono sempre la fonte dei dolori incontrati. I dolori sembrano venire da fuori, invece hanno radice nella nostra interiorità, nel modo in cui affrontiamo le prove.
Maestro di libertà, anche negli aforismi brevi, lampeggianti del suo libro Metaforismi e psicoproverbi (Feltrinelli, pp.144, 2020, traduzione di Michela Finassi Parolo).
A questi, uno al giorno per non perdere l’abitudine a meditare, seguono le domande dei seguaci, impegnati a risolvere intricati nodi esistenziali. Fra questi ultimi scelgo un quesito relativo alla perdita irrimediabile, la morte sconvolgente e crudele, così pare nello specchio di noi che è la materia. Jodo sa bene che è necessario andare oltre il dolore del lutto, non scansandolo ma attraversandolo:
"Mia mamma è morta, sto soffrendo, come posso consolarmi?
Non vi è nessuna consolazione possibile, accetta il dolore. Con il passare del tempo il dolore diminuisce e l’amore aumenta”
Solo il tempo, che notoriamente è galantuomo, cancella la sofferenza del distacco creduto eterno nel momento immediato; si supera non per oblio ma per l’amore accresciuto, perché l’amore autentico non muore mai.
Un metaforisma che seleziono è relativo alla sessualità. Abbina il piacere alla gentilezza, alla delicatezza con cui va trattato il corpo della donna:
"Il tuo clitoride ha insegnato alle mie dita la delicatezza.”
Senza finzioni lo scrittore mago si chiama in causa in prima persona, invita implicitamente ciascuno di noi a considerare il comportamento nella sfera privata e segreta, che lui rende pubblica e manifesta senza reticenze.
In entrambi gli esempi, come in ogni esortazione giornaliera, la verità del vissuto viene a galla, si lascia guardare per scoprire soluzioni facili-difficili; facili perché di immediata comprensione, difficili in quanto chiedono un mutamento mentale, un “metamorfismo”, un cambiamento di forma, sostanziale, la crescita evolutiva da compiere individualmente. Infatti nonostante questo formidabile suggeritore e accompagnatore nel cammino, nessuno può percorrere la strada al posto nostro, onde crescere e vivere nella felicità possibile.
Il volumetto corrisponde, detto senza ironia, ai vecchi messali di preghiera, che andavano rinnovati nei contenuti, non abbandonati come usanze inutili. Jodorowsky lo sa e nel suo ribaltamento della società gregaria semina piccoli semi di saggezza, che potranno diventare alberi frondosi se prendiamo l’abitudine, anche giocosa, di fermarci un minuto a pensare. Buona e fruttuosa abitudine, in vista di un mutamento salutare.
A ciò si abbinerà la capacità di creare i propri aforismi, frutto di avventure esperienziali, divenendo davvero maestri di se stessi e condividendo il proprio sapere con gli amici; questi aumentano se impariamo a comunicare con mente e cuore aperti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Metamorfismi e psicoproverbi
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