Le "Metamorfosi" di Ovidio è un testo letto e tradotto durante gli anni dell’università, è l’opera maggiore del poeta latino morto in esilio a Tomi, una tragica fine degli ideali augustei e l’inizio della decadenza romana.
Si può considerare come una grande enciclopedia della mitologia greca (e una religione quando viene analizzata è sulla strada della fine), ma con un grande tema: la metamorfosi. Il testo di Ovidio è composto di 11.995 versi e riporta ben 250 miti, tra greci e romani, che gli sono valsi l’appellativo di "enciclopedia della mitologia classica".
Nell’opera si raccontano metamorfosi da animale a uomo, da uomo ad animale, da donna a pianta o a pietra, per i motivi più diversi: amore, odio, vendetta.
La tematica non è nuova perché è stata cantata dai poeti ellenistici come Callimaco, ma è particolare la situazione storico politica: il periodo augusteo. Augusto, il pacificatore, Augusto il salvatore.
Le "Metamorfosi" acquisiscono quindi una caratteristica di elogio, di encomio del potere vigente che può apparire strana se pensiamo alle vicende ovidiane, ma esse furono successive all’opera e Ovidio esiliato è tutto da scoprire.
Il latino con cui è scritta l’opera è terso, lineare, facile da tradurre e scorrevole. Un buon modo per avvicinarsi alla cultura romana anche senza una conoscenza approfondita della lingua. Obbligatorio.
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