Metroland
- Autore: Julian Barnes
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
Ecco la pubblicazione in Italia di “Metroland” (Einaudi), primo romanzo di Julian Barnes, autore di tanti libri di valore e di successo.
“– Ou habites –tu?” ci domandavano, anno dopo anno, facendoci esercitare per gli orali di francese; e io replicavo immancabilmente - J’habite Metroland - Suonava meglio di Eastwick, più esotico di Middlesex; pareva più un concetto astratto che un luogo reale dove la gente andava a fare la spesa...”
Quel tratto di metropolitana alla periferia di Londra è un posto fra i più frequentati dal protagonista, Christopher Lloyd, e dal suo amico Toni Barbarowski che sono, nella prima delle tre parti del libro, entrambi sedicenni con tanti sogni, tante domande e l’atteggiamento tipico di molti adolescenti. Chris e Toni, infatti, oltre a coltivare un amore per la Francia tanto da esprimersi spesso in quella lingua, vogliono “épater la bourgeoisie” (sbalordire i borghesi), sognano una vita un po’ fuori dal comune e, nel frattempo, si dedicano alla lettura, all’arte, ma fanno anche i conti con le più normali pulsioni di quell’età, ponendole spesso al centro dei loro discorsi.
“La vita a sedici anni era un prodigio di limiti ed equilibri. Da una parte c’erano gli obblighi della scuola, detestata e amata. Dall’altra c’erano gli obblighi della famiglia, altrettanto detestata e amata. Più in là, vaga e meravigliosa come l’Empireo, cominciava la Vita con la V maiuscola… esisteva un punto d’oscillazione fra casa e scuola: il tragitto. Un’ora e un quarto a tratta: il tempo di una metamorfosi bi-giornaliera”.
Ecco, quindi, la stazione di Metroland divenire, simbolicamente, il punto di cambiamento voluto dagli obblighi sociali: a scuola Chris è, come i compagni, pulito, ordinato, diligente, ma fuori da quell’ambiente, dopo la tratta in metropolitana, ecco il ragazzo con la cravatta di traverso, le unghie nevroticamente rosicchiate e un linguaggio fatto di epiteti poco raffinati.
Passa il tempo e i sogni si trasformano: Chris va a studiare a Parigi ove incontra il primo amore e, in seguito, anche un’altra ragazza, colei che diverrà sua moglie. Tutto questo ha luogo nel 1968, anno di rivoluzioni studentesche da cui il protagonista non si fa, però, coinvolgere più di tanto, forse perché preso dalle proprie personali vicende. Cambiano molte cose: i due amici sono sempre più distanti e ognuno dei due affronta la vita a modo suo. Si ritroveranno poi a Londra, nella terza parte del libro, quando Chris è ormai sposato e padre, mentre Tony, pur essendo riuscito a coltivare la propria passione per l’arte e la poesia, ricusa legami “per tutta la vita” nonché la paternità. Ognuno quindi ha fatto le proprie scelte ma l’incontrarsi di nuovo, nei luoghi in cui sono cresciuti, mette queste comunque in discussione ed è motivo di ripensamento.
Julian Barnes, con questo romanzo di formazione, vincitore del Somerset Maugham Award, descrive con estrema abilità tratti degli atteggiamenti e del carattere di due fra tanti adolescenti che, poi, ritroviamo uomini, e pone l’accento anche sui cambiamenti nella società di qualche decennio addietro.
Metroland pare essere, in parte, quasi un anticipo del prestigioso “Il senso di una fine” anche se di esso non possiede peculiarità e dinamiche che lo hanno reso indimenticabile. E’ comunque un buon romanzo attraverso cui Julian Barnes dimostra già quella sensibilità che gli ha permesso di essere considerato uno fra i più validi scrittori di questi anni.
Metroland
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