Mettere radici di Han Dong

La comunità cinese in Italia, ma anche in tutto il mondo, sta aumentando esponenzialmente. Un popolo e una storia che conosciamo poco e le cui ragioni di fuga dal paese non sempre ci sono chiare. Han Dong ci fornisce parte di queste ragioni. Con una scrittura asettica, ma allo stesso tempo coinvolgente, ci racconta la storia della famiglia Tao.

Siamo agli inizi degli anni ’70. Il regime comunista è salito al potere e, in seguito alla Rivoluzione Culturale, impone a tutti coloro che abitano nelle città e dotati di un’elevata istruzione un esilio nelle campagne per essere rieducati alla vita contadina. La famiglia Tao, composta da Tao, il capofamiglia, sua moglie Su Qun, il giovane Tao, loro figlio, e nonno e nonna Tao, suoi genitori, si sposta dalla città di Nanchino in un villaggio campestre. Per uno scrittore come Tao adattarsi al lavoro di campagna, all’allevamento e alla cultura del villaggio sarà faticoso, ma Tao è determinato a voler metter radici in questo nuovo villaggio. Superando i pregiudizi della gente, le fatiche imposte dal lavoro e la sistemazione priva di tante comodità, la nuova vita sembra funzionare. Ma è un destino non condiviso da tutti gli esiliati: molti suoi amici soccomberanno alla fatica e all’accanimento politico e il desiderio di voler ritornare in città è covato da altri componenti della famiglia stessa. Dopo molti anni, solo il giovane Tao potrà trarre le conclusioni e capire se mettere radici nel villaggio sarà stato possibile.

Pubblicato in Italia da O Barra O Edizioni nel 2012, Mettere radici è un romanzo storico degno di tale nome. Vero, schietto e a tratti essenziale, il racconto dell’esperienza vissuta da Han Dong è vivo e ci ritorna con la descrizione della famiglia Tao. A tutti i componenti ci si lega fino ad augurarsi un lieto fine per tutti. Vincitore del meritatissimo Premio Romanziere Cinese del 2003, è un tassello importante per avvicinarsi alla cultura orientale e comprenderne i tanti significati. La O Barra O edizioni ci presenta un libro completo, con un glossario per comprendere la terminologia politica e il contesto storico, nonché un packaging sobrio ed elegante. Unica e sola perplessità trovata è sulla traduzione un po’ troppo rozza di certi termini.