Mi toccherà ballare
- Autore: Ottavia Casagrande
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
L’ultimo principe di Trabia, Raimondo Lanza, è un personaggio mitico e mitizzato. Si è accompagnato alle donne e agli uomini più potenti del suo tempo, ha ispirato a Domenico Modugno la sua più bella canzone, “Vecchio frack”, ha combattuto nella guerra di Spagna, ha sposato alla fine un’attrice di teatro, figlia illegittima come lui era stato, la bellissima Olga Villi, con lei ha avuto due figlie dai nomi aristocratici, Venturella e Raimonda.
Nata dopo la morte drammatica del padre, suicida, si disse, precipitato da una stanza dell’Hotel Eden a Roma nel 1954, Raimonda Lanza di Trabia insieme alla figlia Ottavia Casagrande, regista e docente all’Università di Bergamo, firma questa biografia del padre cercando di ricostruirne la storia e la figura in modo meno superficiale di quanto non sia avvenuto in passato.
Il fratello di Raimondo, Galvano, vecchissimo, aveva pronunciato quattro parole di fronte alla nipote, “Non si è ucciso”, e una valigia piena di carte e documenti, mai aperta prima, avevano convinto Raimonda che sul padre mai davvero conosciuto c’era ancora molto da scoprire.
La vita romanzesca dei giovani fratelli, figli illegittimi nati fuori dal matrimonio di Giuseppe Lanza e della nobildonna veneta Madda Papadopoli, viene raccontata ed illustrata da testimonianze, fotografie, ricordi di quanti hanno vissuto con Galvano e Raimondo gli anni del fascismo, della guerra mondiale, fino a giungere con le ricerche sul campo portate avanti caparbiamente da Raimonda fin quasi ai nostri giorni.
Per gli appassionati di famiglie della grande aristocrazia questo libro è quel che ci vuole, a cominciare dall’albero genealogico che dimostra incroci di parentele che si ramificano in tutta Italia: i Florio, i Lanza di Trabia, siciliani, si mescolano con gli Arrivabene Gonzaga, i Visconti di Modrone, gli Spada, gli Aldobrandini. Incontriamo nello scenario adrenalinico della vita di Raimondo la nonna Giulia Florio, Susanna e Gianni Agnelli, il principe Umberto di Savoia, Luchino Visconti, Edda e Galeazzo Ciano, e più tardi anche Rita Hayworth, Aristotile Onassis e sua moglie Athina, Errol Flynn, Anna Magnani. Con tutti questi personaggi Raimondo stabilisce rapporti alla pari, di cameratismo o di passione, ma sempre intensi e coinvolgenti; consuma amori, sigarette, droghe, vive ore steso sul letto della sua suite al Grand Hotel di Roma, telefona ai suoi amici in tutto il mondo, dilapida sostanze, ma non riesce ad essere antipatico o arrogante: tutti lo amano, subendone il fascino immediato ed istintivo.
Nel ricostruire con ironia e un sano distacco quella storia affascinante quanto dolorosa, le autrici si chiedono cosa abbia spinto o chi abbia spinto Raimondo ad una morte imprevista e imprevedibile.
Nelle ultime pagine di "Mi toccherà ballare. L’ultimo principe di Trabia", edito da Feltrinelli nel 2014, il tono mondano viene abbandonato per affrontare un tema spinoso. La mafia, i suoi uomini insospettabili, problemi connessi con le solfare, dei cui proventi i Principi di Trabia avevano vissuto per secoli, sono alla base dei sospetti delle due autrici. Difficile da dimostrare, ma la loro ipotesi, formulata nelle ultime pagine, pone molti interrogativi. La solfara di Tallarita, l’incendio che la devastò, la presenza di un amministratore a cui era stato dato dai fratelli principi un potere senza controllo, le sue speculazioni, certamente hanno a che fare con il suicidio/omicidio di Raimondo Lanza di Trabia, il cui volto abbronzato, la camicia bianca di lino sgualcita, i piedi nudi, il sorriso ammaliatore, ci parlano di un uomo ancora giovane che forse non doveva/voleva morire.
“Decidere di morire significa superare gli dei, condannati all’immortalità. L’uomo può ciò che gli dei non possono.”
Afferma Raimondo nel libro che aveva cominciato a scrivere… Ma ci credeva davvero?
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