Il busto sorridente di Camille Victor Fevrier, commerciante francese originario di Grenoble e trapiantato a Cagliari dove aveva avviato una fiorente attività, sembra osservare con attenzione e curiosità i visitatori che transitano lungo i viali del camposanto monumentale di Bonaria: deceduto a settantuno anni, dopo una vita intensa, era stato ritratto da Giuseppe Sartorio, colui che sarebbe passato alla storia come il Michelangelo dei defunti. L’opera marmorea in onore del francese era stata commissionata a Giuseppe Sartorio, acclamato artista che proprio a Cagliari aveva fatto la propria fortuna segnando – in maniera indelebile- la strada della celebrazione scultorea dei trapassati.
Chi era Giuseppe Sartorio
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Giuseppe Sartorio, uomo di grande ingegno e dalla grande maestria, è protagonista delle ricerche dello scrittore Pierluigi Serra che, nell’ultimo lavoro pubblicato da Newton Compton Maghe e streghe di Sardegna, traccia un profilo inedito del grande artista. Da Boccioleto a Cagliari, da Torino a Roma, l’indagine svolta dallo scrittore cagliaritano ha messo in luce aspetti poco noti della vita del grande Sartorio.
“Un uomo di grande levatura artistica -racconta l’autore- che dal piccolo paese di Boccioleto nella provincia piemontese di Vercelli inizia un lungo cammino di studio che lo porterà a frequentare con grande successo l’Accademia Albertina di Torino: proprio nell’archivio dell’istituto d’arte è stato possibile ripercorrere le tappe scolastiche del Sartorio, tra encomi e successi maturati sotto la guida di Odoardo Tabacchi”. Nel corso delle ricerche è emerso tutto il volto umano di Giuseppe Sartorio, comprese le sue frequentazioni dei circoli esoterici e filosofici torinesi: come il caffè Saturno, luogo di incontro di artisti e pensatori, meta prediletta dei giovani allievi dell’Albertina già noto per essere stato una delle mete del celebre e controverso conte di Cagliostro. Ripercorrere le tappe della vita privata e artistica di Giuseppe Sartorio è stata una esperienza lunga ed emozionante; così come raccogliere le testimonianze dell’ultima erede dell’artista. Dalla sua casa romana sono emersi particolari e dettagli di una vita dedicata completamente allo studio e all’arte, unitamente ad una grande bontà d’animo che lo portava spesso ad aiutare i bisognosi. E questo forse frutto del suo trascorso, dei primi anni di studio nei quali aveva affrontato numerose difficoltà economiche”.
La fama del Sartorio si consolida non solo a Cagliari, dove sono presenti numerose opere lasciate dall’artista, ma anche a Genova, Sassari, Roma e in altri centri italiani. Ormai noto e conosciuto, l’artista piemontese consolida la propria attività aprendo laboratori a Cagliari e Roma dove occupa numerosi lavoranti: è lo scultore rinomato al quale si rivolge la borghesia e la vecchia nobiltà con l’intento di celebrare anche nella morte i fasti dei propri defunti. L’ingegno dell’artista si spinge lungo le strade del simbolismo, influenzato dalle frequentazioni esoteriche giovanili del caffè Saturno: ne sono testimonianze le numerose opere cagliaritane e quel conosciuto lavoro dedicato alla giovanissima Zaira Deplano, noto come il sepolcro della bambina con il cerchio.
Il viaggio proposto si apre e si conclude con la vicenda umana di Giuseppe Sartorio, con i suoi misteri e l’indecifrabile scomparsa avvenuta durante la traversata tra Olbia e Civitavecchia il 20 settembre del 1922. Un caso irrisolto reso ancor più nebuloso dalle poche testimonianze del personale imbarcato a bordo del piroscafo Tocra, il vettore sul qual si era imbarcato l’artista. Sulla scia dei lavori pubblicati da Pierluigi Serra la figura del Sartorio vive oggi un nuovo interesse, una riscoperta meritata volta a celebrare l’opera e l’ingegno dell’artista nato tra le vallate piemontesi, in quel piccolo borgo di Boccioleto dal quale prese avvio il suo percorso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mistero del Michelangelo dei Defunti: la vita avventurosa di Giuseppe Sartorio in un libro di Pierluigi Serra
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